SPECIALE CENT’ANNI DI INGRID BERGMAN
Il teatro delle relazioni
Eva vive in Norvegia insieme al marito Viktor e alla sorella gravemente malata Helene. Quando la madre Charlotte verrà a trovarla dopo sette anni di assenza, si terrà tra le due un tanto graduale quanto duro confronto sulla loro difficile relazione.
È ormai noto l’amore che Ingmar Bergman nutriva per il teatro, passione riversata in molti suoi film, i quali contengono diversi rimandi al palcoscenico, come dimostra anche Sinfonia d’autunno, pellicola del ’78 in cui il regista svedese lavora per la prima e unica volta con Ingrid Bergman. L’opera è ricca di riferimenti teatrali, riscontrabili non solo nelle inquadrature che rimandano alle quinte di un palcoscenico o ai due momenti in cui Viktor guarda in macchina rivolgendosi in modo ideale alla “platea”, ma indirettamente anche nella descrizione delle protagoniste e nelle problematiche affrontate.
Analizzando il complesso rapporto tra le due donne, il cineasta svela la quantità di messa in scena e di finzione che vi è nelle relazioni umane, problematica esplicitata soprattutto attraverso il personaggio della Bergman. Infatti, Charlotte si comporta – con se stessa e con il prossimo – come un’attrice: mitiga il proprio dolore anche quando racconta di una grave perdita, finge spensieratezza davanti alla figlia malata quando in realtà prova disagio e paura, mostra a Eva e a Viktor contentezza quando invece si sente nervosa e quasi irritata. Ma per la figlia, Charlotte è una pessima attrice, non perché non le riconosca una certa bravura “scenica”, ma in quanto conosce tutti i suoi trucchi, le sue mosse, le sue intonazioni, i suoi studiati atteggiamenti. Posture che cadranno nella sequenza del lungo e straziante dialogo notturno, in cui entrambe le donne getteranno la maschera: Eva sfogando tutto il suo odio e i suoi risentimenti repressi, la madre abbandonando i suoi modi sostenuti e controllati in un pianto disperato ma per la prima volta totalmente sincero. Qui la Bergman segue tutte le finzioni, le evoluzioni e le sfumature del suo personaggio, in un’interpretazione in cui il volto e lo sguardo risultano centrali, come dimostra il momento in cui ascolta l’esibizione al pianoforte della figlia. In tale sequenza vi è sia la disapprovazione di Charlotte verso Eva, sia il suo tentativo di nascondere e di reprimere la propria opinione: un intento e un sentire divergenti espressi nel medesimo sguardo e attraverso un unico, straordinario, primo piano. E anche se Sinfonia d’autunno è generalmente considerato un Ingmar Bergman minore, le due straordinarie performance delle protagoniste e i suggestivi colori della fotografia ne fanno comunque un’opera di grande valore.
Sinfonia d’autunno [Höstsonaten, Svezia/Germania/Francia 1978] REGIA Ingmar Bergman.
CAST Ingrid Bergman, Liv Ullmann, Halvar Björk, Lena Nyman.
SCENEGGIATURA Ingmar Bergman. FOTOGRAFIA Sven Nykvist. MONTAGGIO Sylvia Ingemarsson.
Drammatico, durata 99 minuti.