SPECIALE GRANDI CLASSICI
Siete in molti là dentro?
Nello sguardo di Jeff Jeffries, il fotografo protagonista de La finestra sul cortile, c’è lo sguardo di ognuno di noi. È lo sguardo di ogni accanito spettatore cinematografico, è lo sguardo di ogni voyeur. Perché siamo tutti, alla fine, un po’ voyeur.
L’importanza epocale del film di Hitchcock sta proprio nell’essenza di questo sguardo che agisce durante il film, uno sguardo che è curioso per natura e che si lascia affascinare da ogni dettaglio che riesce a scovare durante l’osservazione dell’ambiente circostante. La sua grandezza – la grandezza del film – è allora dovuta a una specifica abilità di esemplificare perfettamente la condizione che vive il nostro sguardo nella contemporaneità; esso non è né più in grado di decifrare alcunché, né più capace di cogliere i dettagli e le sfumature del visibile, se non quando è forzato da qualcosa che in qualche modo lo costringa. Sono quindi alcuni degli oggetti presenti ne La finestra sul cortile a configurarsi come strumenti che permettano una autentica riflessione sulla natura di questa sua “contemporaneità”: il gesso, che obbliga Jeffries a stare sulla sedia a rotelle e quindi a passare le sue giornate guardando fuori dalla finestra, il binocolo e il teleobbiettivo, che gli permettono di poter amplificare il potere della sua vista e, naturalmente, la stessa finestra, apertura che gli concede la possibilità di poter “vedere oltre”. Sì, perché in questi tempi di immagini confusionarie e ingannatrici, abbiamo sempre più bisogno di strumenti adeguati che ci consentano, da una parte, di immobilizzare il nostro sguardo in una sola direzione, dall’altra, di aumentarne le qualità di focalizzazione così da riuscire a comprendere ciò che il mondo, spesso coperto da un velo di apparenza, vuole dirci realmente. La possibilità di scoprire un delitto sta dunque spesso nella capacità di credere fino in fondo al proprio sguardo, di essere certi che quella che si sta vedendo sia niente di meno che la verità. Dobbiamo essere noi quindi a saper utilizzare bene gli strumenti che abbiamo a disposizione per non perderci nel mare magnum delle immagini-evento che viviamo ogni giorno. Dobbiamo essere noi a capire che spesso un flash o una messa a fuoco possono salvarci la vita. Dobbiamo essere noi, insomma, a interpretare la realtà (cioè quel cortile di fronte alla finestra) e non fare mai in modo che questa crei la sua interpretazione al posto nostro. Altrimenti rischiamo di fare la fine di quel matto che, da dietro le sbarre della finestra di una clinica, interpellava un uomo che passava in strada chiedendogli: “Mi scusi, non per essere indiscreto, ma… siete in molti là dentro?”
La finestra sul cortile [Rear Window, USA 1954] REGIA Alfred Hitchcock.
CAST James Stewart, Grace Kelly, Wendell Corey, Thelma Ritter, Raymond Burr. SCENEGGIATURA John Michael Hayes. FOTOGRAFIA Robert Burks. MUSICHE Franz Waxman.
Thriller, durata 112 minuti.