XII FMK – International Short Film Festival, 14-17 luglio 2015, Pordenone
Varietà contemporanea
Dal 14 al 17 luglio 2015, l’FMK – International Short Film Festival di Pordenone ha proposto un ricco e articolato panorama di suggestioni visive. Tra i cortometraggi in concorso si è denotata una particolare attenzione all’ideazione grafica dei prodotti finali, volta soprattutto a rendere il cortometraggio molto contemporaneo e attuale.
Le tematiche scelte come focus centrale, inoltre, sono molto varie tra loro, ma rimandano tutte alla realtà attuale, enfatizzando ancor di più il legame con la contemporaneità. Dai titoli di testa di Yuri on the Phone (Rene Nuijens, 2015), lineari e dal forte appeal tecnologico in contrasto poi con le vicende inquadrate, all’ambiente rappresentato in El XOw (Marc Ortiz, 2014), in cui le tendenze televisive e culinarie degli ultimi anni vengono mostrate nel loro lato folle, i cortometraggi si legano a vari aspetti della quotidianità. Nessuno di essi, neanche quelli maggiormente caratterizzati da un genere − come We will Stay in Touch about it (Jan Zabeil, 2015) e L’étang (Xavier Demoulin, 2014) − si fa sopraffare dagli stilemi, mantenendo una forte identità cinematografica e in linea con la tendenza generale. In altre parole nessuna delle opere proposte rischia di essere fuori luogo rispetto alle altre, pur variando molto sui temi trattati, la natura contemporanea del concorso e del Festival si conferma in ognuno di questi cortometraggi. Il dato sociale è presente, in misura varia, in tutte le opere, basti prendere ad esempio Listen (Rungano Nyoni & Hamy Ramezan, 2014) e Due piedi sinistri (Isabella Salvetti, 2015); anch’esso però si declina in varie modalità espressive, non disdegnando anche le degenerazioni dei rapporti umani, come succede in L’audition (Sidney Goyvaertz, 2015) e Blue Sorrow (David Bertran, 2014). Sono solo un paio i titoli in cui l’espressività del regista sceglie di optare per un’estetica più smaccatamente artistica − Le temps d’un tango (Frédéric Hontschoote, 2014) e In der Stille der Nacht (Erich Steiner, 2014) − ma anche in questi casi le immagini raccontate sono allineate alla tendenza generale, che persegue un racconto fluido e lineare, in cui gli spettatori stessi scoprono lentamente i fatti e i dettagli necessari alla comprensione totale del film. Con la compressione di storie articolate in pochi minuti, i registi in concorso hanno dimostrato di saper conciliare in maniera ottimale la tendenza narrativa con la necessità di sintesi: qualità da non sottovalutare in generale, soprattutto se si è capaci di ricongiungersi con la contemporaneità reale.
L’audition [id., Francia 2015] REGIA Sidney Goyvaertz.
Cortometraggio, durata 9 minuti.
Blue Sorrow [id., Stati Uniti/Spagna 2014] REGIA David Bertran.
Cortometraggio, durata 12 minuti.
Due piedi sinistri [Italia 2015] REGIA Isabella Salvetti.
Cortometraggio, durata 6 minuti.
El X0w [id., Spagna 2014] REGIA Marc Ortiz.
Cortometraggio, durata 10 minuti.
L’étang [The Swamp, Francia 2014] REGIA Xavier Demoulin.
Cortometraggio, durata 10 minuti.
In der Stille der Nacht [In the Still of the Night, Austria 2014] REGIA Erich Steiner.
Cortometraggio, durata 13 minuti.
Le temps d’un tango [id., Francia 2014] REGIA Frédéric Hontschoote.
Cortometraggio, durata 5 minuti.
Listen [id., Danimarca/Finlandia 2014] REGIA Rungano Nyoni, Hamy Ramezan.
Cortometraggio, durata 12 minuti.
We will Stay in Touch about it [id., Germania 2015] REGIA Jan Zabeil.
Cortometraggio, durata 8 minuti.
Yuri on the Phone [id, Serbia/Olanda 2015] REGIA Rene Nuijens.
Cortometraggio, durata 6 minuti.