SPECIALE 34° PREMIO SERGIO AMIDEI
Al confine
Con la sua regia efficace, Álex de la Iglesia è molto attento a riprodurre tutti gli stilemi dei western più celebri, facendo in modo che lo spettatore si illuda per qualche istante di guardare un vero e proprio western, sin dai titoli di testa e dall’incipit del “film nel film”. L’aspetto più interessante di 800 balas è proprio il suo continuo oscillare tra realtà e finzione, come nella scena della morte di Julián, trasmessa al ralenti in tv come se fosse la scena di un film.
Girato nella vera Texas-Hollywood, set di molti spaghetti western negli anni Sessanta, 800 balas inserisce elementi di comicità e di inaspettata violenza nella narrazione della ricerca di una figura paterna da parte del ragazzino protagonista. Costretti a vivere in una realtà ricreata artificialmente, quella del villaggio western, Julián e i suoi colleghi sembrano prigionieri di un infantilismo e di una routine che subiscono uno scossone solamente con l’arrivo di Carlos. Il vivace Carlos proviene da un altro mondo, da Madrid, dove vive con la nonna Rocío e con la ricca madre Laura, che pensa solo agli affari e non gli parla mai del marito defunto. Il film diventa un vero e proprio romanzo di formazione nel momento in cui Carlos, pesce fuor d’acqua, abbandona la casa materna per seguire le tracce del padre, trovando gradualmente nel nonno Julián un sostituto del genitore perduto. Tanto Laura rappresenta, con il socio Scott, il predominio del valore del denaro, quanto Julián, invece, è il simbolo di una libertà senza freni, che si manifesta anche nel sapersi godere la vita, in tutti i suoi aspetti. Alla nuova casa con piscina di Laura, che a Carlos non piace affatto, si contrappone simbolicamente il saloon di Texas-Hollywood, pieno di prostitute seminude, in cui il ragazzino si trova decisamente più a suo agio. Carlos lascia la vita piena di regole, tra casa e scuola, che è la triste quotidianità per molti bambini, per vivere, unico minorenne, in una nuova famiglia molto particolare, che ha in Julián, inizialmente diffidente verso il nipote, il suo fulcro. I due mondi, quello metropolitano di Laura e quello del villaggio western, entrano definitivamente in conflitto quando Julián decide di utilizzare per la prima volta pallottole vere (le ottocento “balas” del titolo, cioè tutte quelle in vendita all’armeria), per impedire che Texas-Hollywood venga rasa al suolo. È allora che il film, da commedia western, assume un tono più drammatico, conservato anche nella parte finale, in cui Julián viene ferito a morte, in un vero e proprio duello.
800 balas [id., Spagna 2002] REGIA Álex de la Iglesia.
CAST Sancho Gracia, Ángel de Andrés López, Carmen Maura, Eusebio Poncela, Luis Castro.
SCENEGGIATURA Álex de la Iglesia, Jorge Guerricaechevarría. FOTOGRAFIA Flavio Labiano. MUSICHE Roque Baños.
Commedia/Western, durata 124 minuti.