C’è qualcosa nel mio armadio
Una casa come tante in un quartiere residenziale in cui le abitazioni sembrano esser uscite tutte dallo stesso stampo. Una famiglia come tante, padre madre e tre figli, costretta a cambiare città perché la crisi non lascia scampo, dovendo così ricominciare da capo una nuova vita.
La casa in passato era stata pignorata e il prezzo è conveniente, perché non approfittarne? Del resto ha poca importanza se i capelli dei ragazzini si drizzano appoggiando le mani sui pomelli dell’armadio, oppure in giardino vengono rinvenuti strani oggetti sotterrati. Almeno tutto avrà poca importanza fino a quando le cose non inizieranno a peggiorare. Come quando un pupazzo clown tenterà di uccidere Griffin, il ragazzino che fin da subito aveva percepito quanto sinistre erano le stranezze, oppure Kendra – la figlia maggiore – afferrata alla caviglia da un cadavere sbucato dal pavimento del garage o, peggio del peggio, Madison trascinata nell’aldilà perché in possesso di un dono che libererebbe le anime imprigionate in quella terra. Poltergeist sostanzialmente riprende pari pari le situazioni che avevano reso iconica la pellicola di Tobe Hooper del 1982, come l’immagine della ragazzina appoggiata alla nebbia grigia del televisore e il vortice apertosi sull’altro mondo nell’armadio. Il problema è la difficoltà a comprendere chi sia il vero destinatario di questo remake. L’intuizione di Spielberg, sceneggiatore e produttore dell’originale, veniva perfettamente interpretata da Hooper realizzando un film composto di uno stupore, in una certa dose sia orrorifico che fantastico, pensato per giovani adolescenti, ma non appariva mai bambinesco, adattandosi alle esigenze di un pubblico adulto. Il Poltergeist targato 2015 cerca allo stesso modo di riproporre rispettosamente la medesima formula, ma senza tenere conto delle trasformazioni del genere avvenute in questi trent’anni. Di fatto questo remake appare troppo soft per gli appassionati dell’horror, ma allo stesso troppo adulto per un pubblico adolescente. Poltergeist utilizza alcuni dei topoi più abusati della casa infestata (luci ed elettrodomestici impazziti, giocattoli che prendono vita) con in aggiunta qualche tocco retrò (il cadavere che sbuca dal terreno), che per quanto possano apparire rispettosi di una certa tradizione, al contrario in una visione globale non seguono alcuna strategia tensiva. Tutto insomma appare come un compitino che più che realizzato per rimanere fedele all’originale, ha la paura di cambiare la formula del primo Poltergeist, dimenticandosi però che quel cinema, se non opportunamente riadattato, non potrà che apparire anacronistico.
Poltergeist [id., USA 2015] REGIA Gil Kenan.
CAST Sam Rockwell, Rosemarie DeWitt, Jared Harris, Kyle Catlett.
SCENEGGIATURA David Lindsay-Abaire. FOTOGRAFIA Javier Aguirresarobe. MUSICHE Jeff Betancourt.
Horror, durata 93 minuti.