16° Maremetraggio – International ShorTS Film Festival, 2 – 10 luglio 2015, Trieste
Trieste e il suo mare di corti per tutti i gusti
È davvero un’edizione che punta decisamente in alto e che vuole rimanere impressa nella memoria degli spettatori quella che ha preso il via quest’anno a Trieste.
Lo si percepisce sicuramente già dalla novità principale, il neonato SweeTS4kids, più che una sezione davvero un festival nel festival dedicato ai migliori cortometraggi internazionali pensati per i più piccoli e votati proprio da una speciale giuria composta esclusivamente da bambini. Ma sono anche l’alto livello di qualità e di eclettismo delle tematiche delle opere rimaste in gara a contendersi i premi delle varie sezioni di questo XVI ShorTs International Film Festival, che – si fa per dire – sono “solo” 89 a fronte di 1300 corti sottoposti alla selezione, a parlare forte e chiaro. Dei film estremamente variegati non solo per la provenienza geografica che quest’anno abbraccia tutti e cinque i contenuti, ma pure per la loro durata che – esclusi ovviamente i lungometraggi che verranno esaminati dalla giuria della sezione Nuove Impronte − oscilla dagli appena 2 minuti dell’iracheno Melody Night di Kayhan Anwar ai 20 di Drone Strike del britannico Chris Richmond, entrambi incentrati sulla guerra. Di risvolti indirettamente bellici trattano anche Eine gute Geschichte di Martin Christopher Bode, dove un vecchio vaso costringerà – quasi proustianamente − un’anziana ad affrontare i propri traumi personali risalenti all’Olocausto, e Hatatzpitanit, attraverso il quale Noa Gusakov mostra la necessità d’evasione dalla logorante quotidianità di una giovane arruolata presso l’esercito israeliano.
Tra i tanti cortometraggi incentrati sui sentimenti, da segnalare sicuramente ¡Yo te quiero!, un struggente stop motion animato argentino col quale Nicolás Conte esemplifica il bisogno di comprendere empaticamente le aspirazioni dell’oggetto dei desideri amorosi al fine di vivere serenamente i rapporti interpersonali, così come l’iberico Litio e Mit besten Grüßen, rispettivamente di Rodrigo Canet e Bernhard Wenger, che prediligono una forma più sarcastica e agrodolce, per dimostrare come spesso l’innato lirismo difficilmente riesca a scendere a patti con l’estrema difficoltà di socializzare proficuamente in un epoca moderna soggiogata dalla frenetica routine lavorativa e dalla presenza − a volte ingombrante − della tecnologia.
Di lontananza dagli affetti parlano invece il corto Domoj di Simona Feldman, in cui un bimbo soffre per la lontananza del padre espatriato in cerca di fortuna, e Swan dove Oleksandr Danylenko celebra la nostalgia del grande amore, mentre Tommaso Pitta nel suo How I didn’t Become A Piano Player tratta ironicamente la dolorosa ricerca del proprio posto nel mondo di un singolare adolescente.
Estremamente convincenti, infine, i corti di fantascienza tra i quali spiccano The Nostalgist, dove Giacomo Cimini narra la triste condizione di un futuro virtuale solo apparentemente idilliaco, e sopratutto il coinvolgente The Landing in cui l’australiano Josh Tanner racconta il drammatico risvolto della Guerra Fredda nella vita e nei sogni di un ragazzo, testimone di un misterioso atterraggio nella sperduta campagna americana.
Una kermesse, insomma, che viene davvero incontro ai gusti degli spettatori di tutte le età.
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