Il Cinema Ritrovato, XXIX Edizione, 27 giugno – 4 luglio 2015, Bologna
Un b-noir da riscoprire
Sono numerosi i film noir di serie b anni ’40/’50 ancora oggi celebrati per aver segnato profondamente la loro “categoria” e il loro regista, per la loro sottesa complessità o più semplicemente per le loro qualità formali, da Detour di Ulmer a La sanguinaria di Lewis fino a Schiavo della furia di Mann.
Prodotto dall’indipendente Fidelity Pictures, Il mistero del marito scomparso di Norman Foster appartiene al genere, ma, al contrario di altri titoli, è stato per molto tempo dimenticato, nonostante le sue doti narrative ed estetiche. Una lacuna che il Cinema Ritrovato 2015 ha cercato di colmare proiettando la pellicola nella sezione “Ritrovati e Restaurati”. L’opera si svolge a San Francisco e racconta di un testimone d’un omicidio che, dopo l’arrivo della polizia, scompare misteriosamente. L’uomo verrà così parallelamente cercato dalle forze dell’ordine, dall’assassino che vuole eliminarlo e, soprattutto, dalla moglie. Nonostante la trama composta da intrighi, omicidi e gangster, il film si concentra in particolar modo su problematiche intimiste e private, come il rapporto di coppia e le frustrazioni individuali. Infatti, l’autore narra la vicenda seguendo soprattutto la coniuge del testimone, che, durante la ricerca, ripercorre i momenti più significativi della propria relazione e scopre alcuni lati nascosti del marito, compiendo inoltre un percorso psicologico individuale. Ed è anche grazie al suo punto di vista che possiamo scoprire storie di sogni delusi e di quotidianità senza scopo, in quella che è un’analisi semplice ma non superficiale dei rapporti umani e della vita metropolitana. Ma il film è notevole anche per la leggera ironia di alcuni dialoghi e, in particolare, per il suo ritmo narrativo e la sua resa visiva. Se il primo è sostenuto, incalzante ma mai frenetico, la seconda è davvero espressiva, grazie soprattutto alla fotografia in bianco e nero di Hal Mohr, il quale utilizza abilmente i chiaroscuri sia per trasmettere un’atmosfera cupa e fumosa sia per aggiungere occasionalmente ulteriori elementi all’intreccio (è il caso dell’ombra iniziale). L’unione tra ritmo narrativo e creazione di atmosfere vede il suo punto culminante nella sequenza del Luna Park, in cui le giostre e le altre costruzioni formano un luogo pericoloso e inquietante, tanto sul piano dell’azione quanto su quello del climax. Caratteristiche non dissimili ad altri b-noir dell’epoca, ma che Foster porta avanti con una certa raffinatezza, pur non raggiungendo la complessità e le vette estetiche di un Ulmer o di un Lewis. Dunque, Il mistero del marito scomparso, se pur non un capolavoro, risulta un noir notevole da rivedere e da riscoprire assolutamente.
Il mistero del marito scomparso [Woman on the Run, USA 1950] REGIA Norman Foster.
CAST Ann Sheridan, Dennis O’Keefe, Robert Keith, John Qualen, Victor Sen Yung.
SCENEGGIATURA Alan Campbell, Norman Foster. FOTOGRAFIA Hal Mohr. MUSICHE Otto Ludwig.
Noir, durata 89 minuti.