Il Cinema Ritrovato, XXIX Edizione, 27 giugno – 4 luglio 2015, Bologna
Tra speranza e disillusione
Quest’anno, Il Cinema Ritrovato ha dedicato una retrospettiva a un regista, per quanto in generale buono ma non eccelso artigiano, che ha comunque avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del cinema italiano: Renato Castellani, uno dei fondatori del cosiddetto “neorealismo rosa”.
Uno dei suoi film più interessanti, riusciti e misconosciuti è I sogni nel cassetto. I sogni nel cassetto del titolo sono quelli di una giovane coppia di studenti, interpretati da una magnifica e splendida Lea Massari – in uno dei suoi ruoli più importanti – e da Enrico Pagani: i due giovani inseguono questi sogni – che si possono sintetizzare nel voler passare la vita insieme a dispetto delle regole, delle convenzioni e del “buonsenso” – combattuti tra le aspirazioni piccolo borghesi dell’ambiente e delle famiglie d’origine, e le pulsioni all’anticonformismo e alla libertà. Una sorta di ribellione, ingenua e “gentile” fin che si vuole, che, moderata dal tono garbato e bozzettistico della commedia, non assume mai davvero le connotazioni dello scontro frontale e drammatico, ma la cui rappresentazione proprio per questo motivo pone delle questioni importanti sulla società italiana degli anni Cinquanta in cambiamento, sempre più lontana dalle ferite della guerra e sempre più vicina all’ubriacatura del boom economico. In particolare sulle pulsioni e sulle tendenze, ancora in erba e pronte a esplodere nel decennio successivo, di attori sociali nuovi o alla ricerca di un’inedita idea di sé (i giovani e le donne). Nella vicenda narrata, il confine tra ribellione e accettazione degli schemi già radicati è labile e confuso, proprio come, del resto, lo era nella società italiana in quegli anni di trasformazione; il film di Renato Castellani diventa così un’importante testimonianza storica e culturale, anche aldilà dei comunque alti meriti propri del film. Nel suo bozzettismo di fondo, sottolineato stilisticamente dalle frequenti dissolvenze, che regala una galleria di significativi e gustosi personaggi secondari che diventano brevissimi e acuti ritratti dell’universo di provincia, I sogni nel cassetto è anche una delle ultime vere testimonianze del neorealismo, di quel cosiddetto “neorealismo rosa” che lo stesso regista aveva contribuito a creare, e che, col senno di poi, ha probabilmente mantenuto più a lungo certe fondamenta poetiche del movimento rispetto al neorealismo più tradizionale, già da una manciata di anni esaurito o diventato di maniera. Il neorealismo “formato commedia” (si veda, per esempio, il quasi contemporaneo Poveri ma belli) come filone più adatto a raccogliere il testimone della rappresentazione della realtà e delle sue problematiche in un decennio in cui gradualmente la speranza, l’entusiasmo e il miraggio del benessere crescevano. Senza però l’ottimismo ingenuo e acritico, come dimostra il tragico e inaspettato finale.
I sogni nel cassetto [Italia 1957] REGIA Renato Castellani.
CAST Lea Massari, Enrico Pagani, Lilla Brignone, Sergio Tofano, Cosetta Greco.
SCENEGGIATURA Renato Castellani, Adriana Chiaromonte. FOTOGRAFIA Leonida Barboni. MUSICHE Roman Vlad.
Commedia, durata 90 minuti.