SPECIALE SE QUESTA È RELIGIONE
Tra stoltezza e saggezza c’è di mezzo la brezza
Ispirato a un fatto realmente accaduto (lo “Scopes Monkey Trial”, processo nel quale John Scopes, insegnante di biologia, venne accusato nel 1925 per aver sostenuto, durante le sue lezioni, le tesi darwiniane sull’origine della specie), …e l’uomo creò Satana è il classico film krameriano dove ciò che conta sono i personaggi e il loro modo di interagire.
Nel raccontare l’annosa questione dello scontro tra creazionismo ed evoluzionismo, Kramer infatti (grazie anche alla lucida sceneggiatura di Young e Smith) fa in modo che ogni personaggio abbia una funzione precisa. C’è appunto John Stebbins, il professore accusato (vittima sacrificale ed esempio di rettitudine etica), la sua fidanzata Rachel (in conflitto perenne tra l’uomo che ama e il padre reverendo), il giornalista E.K. Hornbeck (rappresentante spietato e cinico della stampa) e i due avvocati Henry Drummond e Matthew Harrison Brady (cioè, rispettivamente, i cervelli che dovranno sostenere le idee delle tesi evoluzioniste contro quelle creazioniste). Logico che il film insista in modo particolare sul processo; per far sì che il ritratto dell’eccessiva stupidità dell’accusa emerga agli occhi dello spettatore, si cerca infatti di mettere in risalto − forse a tratti in un modo un po’ troppo verboso − tutte quelle situazioni che possano provocare la giusta tensione emotiva e ideologica, ma bisogna anche ammettere che qualche tocco raffinato − soprattutto nelle contraddizioni morali che la piccola comunità di Dayton fa pian piano emergere − è sicuramente presente. Come quando, durante la manifestazione di protesta contro l’insegnamento delle tesi evoluzioniste, a un gestore di un banchetto che vende hot dog viene fatta una domanda su che cosa ne pensi lui di tutta l’intera faccenda, l’omino risponde perentorio: “Non ho opinioni signore. Le opinioni danneggiano il commercio”. Insomma, sotto sotto − ma nemmeno troppo sotto −, tra tutte le divinità, l’uomo dimostra di amarne sempre e comunque una più delle altre, e quella è proprio il dio denaro. Nel finale, terminato il processo, l’ultima inquadratura accompagnerà un inizialmente titubante Drummond a portarsi dietro, oltre a L’evoluzione della specie, anche La Bibbia rimasta su uno dei tavolini dell’aula di tribunale. Uscendo di scena con entrambi i libri rafforzerà il concetto-fulcro dell’intero film: la difesa a spada tratta del libero arbitrio. Ma allo stesso tempo sarà rappresentante, anche un po’ subdolamente, di una certa forma di equilibrio − in parte malsana − che è sempre stata la cifra stilistica principale di tanto cinema hollywoodiano. Perché alla fine, è sempre meglio non rischiare mai troppo: “chi getta scompiglio in casa propria erediterà vento, e lo stolto sarà servo di chi è saggio di cuore”.
…e l’uomo creò Satana [Inherit the Wind, USA 1960] REGIA Stanley Kramer.
CAST Spencer Tracy, Fredric March, Gene Kelly, Noah Beery Jr., Donna Anderson.
SCENEGGIATURA Nedrick Young, Harold Jacob Smith. FOTOGRAFIA Ernest Laszlo. MUSICHE Ernest Gold.
Drammatico, durata 128 minuti.