SPECIALE CORTOMETRAGGI ITALIANI
Lavorare a Taranto: un “thriller” contemporaneo
Michele ha tredici anni e sogna di partecipare a un talent televisivo per esibirsi nel moonwalk di Michael Jackson; suo padre lotta assieme agli operai di un’industria siderurgica che vedono sempre più vicini i fantasmi della cassa integrazione o, peggio ancora, della malattia. Nello stesso giorno in cui Michele dovrebbe essere a registrare il programma, il padre organizza una manifestazione dei lavoratori che, però, non riscuote il dovuto seguito: la giornata sembra rovinata per entrambi fino a che Michele non piomba con la bici in mezzo ai lavoratori.
Dopo un lungometraggio (Una domenica notte) e cinque corti che, visti uno dopo l’altro, esprimono perfettamente un’evoluzione stilistica e narrativa, il regista Giuseppe Marco Albano conquista gli onori della critica, oltre che della cronaca, con Thriller, vincitore del David di Donatello 2015 come miglior cortometraggio. Proseguendo una poetica di commistione fra reale e onirico, dove quest’ultimo si innesta sovente per innalzare il livello di “spettacolarità” della storia senza per forza aggiungere qualcosa al racconto, Albano parte da due linee narrative che, inizialmente, sembrano divergere per poi curvare e, infine, incontrarsi. Questa metodologia narrativa, utilizzata praticamente in tutti i corti precedenti (visibili su Youtube), da Anna, dal quale riprende anche la tematica lavorativa, a Xie Zi e Stand by me, permette al regista di dipingere almeno due volti di una realtà che, sappiamo, essere purtroppo ben più complessa, lasciandosi al tempo stesso grande margine di azione sul finale, zona di maggiore libertà a livello creativo. In questo senso Thriller ben rappresenta l’apice di una ricerca che, pur non mettendo piede nel campo della sperimentazione, lavora sui generi e sui miti pescando, in questo, una canzone che, oltre ad aver dato il titolo all’album più venduto di sempre, rappresenta il primo, prodromico esempio di interazione fra cinema, videoclip e coreografia. Ed è come se Albano con questo corto, oltre a voler dare una lettura “fantastica” dei problemi che affliggono la città più inquinata d’Italia, avesse voluto costruire un doppio omaggio a Michael Jackson e John Landis, attualizzando significati e simbolismi della famosa danza degli zombie. I non morti di cui parla Albano sono i lavoratori, esseri umani stretti fra due mura che si avvicinano per schiacciarli (la salubrità delle fabbriche e l’indifferenza di un’intera classe politica) e al tempo stesso complici, loro malgrado, del circo mediatico contemporaneo che, infatti, si attiva pienamente non per lo sciopero ma in presenza di una variabile impazzita che lo attraversa.
Thriller [Italia 2015] REGIA Giuseppe Marco Albano.
CAST Danilo Esposito, Anna Ferruzzo, Antonio Gerardi, Ciro Intermite, Giuseppe Nardone.
SCENEGGIATURA Giuseppe Marco Albano, Francesco Niccolai. FOTOGRAFIA Giorgio Giannoccaro. MUSICHE Nicolò Arcuti.
Drammatico, durata 14 minuti.