SPECIALE CORTOMETRAGGI ITALIANI
Come ti (de)costruisco il mito
Il corpo come “carne in scatola” (Brightbox), afflato mistico del guaritore sepolto (San Michele nella terra), contenitore di vita tra gli addominali scolpiti (Mona Blonde), veicolo insondabile di passioni proibite (Persefone). Il cinema di Grazia Tricarico toglie il velo di Maya agli occhi del mondo e con Persefone svela l’incommensurabile bellezza di un corpo (mitico) sospeso tra cielo e terra.
Il viaggio inizia nel mondo subacqueo di Nettuno, nelle terre sommerse in cui galleggia il cadavere di Persefone, ritrovato dal giovane Nicandro, sovrano dell’isola e “sciamano” della piccola comunità marittima lambita dalle acque (in)contaminate. Prima agitate dal solo tridente del Dio, ora sfiorate dalle membra divine della regina infera, dea agreste che presiedeva alla germinazione prima di essere assimilata al culto greco. Cerere, madre dolorosa che si vide strappare la figlia da Plutone, è assente. Al suo posto ci sono più madri (Parche, Grazie, Erinni?), vestali nerovestite che interrogano l’oracolo per conoscere l’identità della straniera “incastrata” tra le acque. Mentre recitano l’Ave Maria il giovane re pasteggia con furia e pensa al suo “tesoro” sepolto nella grotta. Oggetto sacro del desiderio senza più vita. La ricerca della talentuosa cineasta è partita da lontano, dalle possibilità “plastiche” di un organismo umano racchiuso in una scatola per poi approdare al folclore locale delle sante membra dell’uomo taumaturgo. Con Mona Blonde intreccia il tema cronenberghiano delle metamorfosi a quello della maternità violata, facendo specchiare una culturista ossessionata dai codici estetici nella sua stessa follia. Ma cosa succede quando anche il mondo esterno e la morale condivisa devono fare i conti con le nostre follie compulsive? Attraverso una costruzione stilistica debitrice a Buñuel e molto vicina alla (sur)realtà di registi come Leos Carax, la regista pugliese, sfruttando un cast autoctono e girando tra le isole Tremiti, Vieste e San Nicandro compone un’ars amatoria in cui la sfera mitica transita verso un’affabulazione onirica, grazie alle immagini ipnotiche, agli stati allucinatori da apnea, ai momenti stranianti in cui Nicandro, cacciatore braccato, si immerge nello spazio angusto di una vasca da bagno abbandonata al suolo. Parte da Ovidio (Metamorfosi) e arriva ad una condanna dell’intero corpus delle leggi umane. Nicandro, che non può fare a meno di desiderare quel corpo morto, è circondato da voci (di fantasmi, giudici reali?) che sentenziano condanne nella grotta che “galeotta fu”. Nessuno può scegliersi la propria natura e l’intimo sentire, come ci insegna anche Lars von Trier che in Nymphomaniac si proietta nella malattia sessuale di Joe in piena autocoscienza. Così (si) è se vi pare.
Persefone [Italia 2014] REGIA Grazia Tricarico.
CAST Ciro Contessa, Olga Shuldyk, Vincenzo Torella, Vincenzo Pio Zurro, Alessandro de Pasquale.
SCENEGGIATURA Grazia Tricarico. FOTOGRAFIA Sandro Chessa. MUSICHE Eric Guerrino Nardin, Angelo Maria Farro.
Drammatico, durata 18 minuti.