SPECIALE DINOSAURI AL CINEMA
Alle origini della “dinomania”
Se Jurassic Park (1993) di Steven Spielberg ha fatto esplodere la mania per i dinosauri in tutto il mondo, occorre dire che non è certo il primo film a mettere in scena i dinosauri sul grande schermo. L’interesse e la curiosità verso i giganteschi rettili che popolarono la Terra tra i 230 e i 65 milioni di anni fa sono sempre stati vivi nella Settima Arte tanto da creare un vero e proprio filone, apparentato con l’avventura e la fantascienza.
Il primo film in ripresa dal vero che mostri dei dinosauri “viventi” è Il mondo perduto, diretto da Harry Hoyt e tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Conan Doyle. Al centro del film il tradizionale viaggio in cui un gruppo di ricercatori e avventurieri parte alla ricerca di un “nuovo mondo”, ovvero di un luogo inesplorato dove nessun essere umano ha mai messo piede, per documentarne l’esistenza. In questo specifico caso il “mondo perduto” è costituito da un altopiano dell’Amazzonia in cui il tempo sembra essersi fermato: è infatti possibile ammirare diversi esemplari di dinosauri e animali preistorici – tra cui un curioso uomo-scimmia – sopravvissuti all’estinzione. Al di là della specifica trama che ricalca il tradizionale film d’avventura con tanto di storia d’amore (di cui comunque questo film può essere considerato un archetipo), Il mondo perduto resta di notevole interesse per diversi motivi. Innanzitutto, come già ricordato, è il primo film che presenta al grande pubblico il mondo dei dinosauri con tanto di combattimenti tra carnivori ed erbivori (allosauri, tirannosauri, brontosauri, stegosauri). Va comunque sottolineato che le conoscenze paleontologiche dell’epoca non erano certamente sviluppate come lo sono ora: ciò ha comportato l’accettazione di teorie ed ipotesi sull’aspetto e il comportamento dei dinosauri ampiamente superate in seguito. Inoltre, il film colpisce ancora oggi per gli strabilianti effetti speciali che permisero l’animazione (a passo uno) dei vari dinosauri e la ricreazione della foresta Amazzonica, opera del pioniere Willis O’Brien che tornerà anche in King Kong (1933) di Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack. Merita di essere citata almeno la sequenza dell’eruzione del vulcano e della conseguente fuga degli animali preistorici e dei protagonisti. Infine, non c’è dubbio che molti film d’avventura incentrati sui giganteschi rettili si siano in qualche modo ispirati a questo film: non solo il già citato King Kong ma anche Godzilla (1954) di Ishiro Honda e la saga spielberghiana Jurassic Park – su tutti il finale di Il mondo perduto – deve molto all’epilogo del film di Harry Hoyt, in cui il Brontosauro semina il panico per Londra. Per anni distribuito in versioni ridotte, oggi è reperibile in quella che si ritiene la versione originale, restaurata e colorata tramite imbibizione.
Il mondo perduto [The Lost World, USA 1925] REGIA Harry Hoyt.
CAST Wallace Beery, Lloyd Hughes, Arthur Hoyt, Lewis Stone, Bessie Love, Bull Montana.
SCENEGGIATURA Marion Fairfax. FOTOGRAFIA Arthur Edeson. ANIMAZIONI Willis O’Brien.
Avventura/Fantascienza, durata 106 minuti.