L’altro lato della realtà
Un brav’uomo passa le giornate a sintetizzare e spacciare metanfetamina all’interno di una comunità disperata della Louisiana. Sorelle, reduci e persino una spogliarellista incinta: nessuno si sottrae al fascino della droga. Dall’altra parte un gruppo di paramilitari, fra un’esercitazione e l’altra, discute di come difendere le proprie famiglie grazie al diritto costituzionale di possedere una o più armi da fuoco.
Lo sguardo (im)pietoso di Roberto Minervini, nato a Fermo ma da oltre dieci anni impegnato artisticamente negli States, dopo il Texas di Stop the Pounding Heart si posa sulla Louisiana di The Other Side, terra anch’essa di confine, margine estremo del sogno americano, dimenticato da Dio e dagli uomini. Ma se alla base del precedente lungometraggio c’era una storia d’amore ideale, platonica, fra due giovani tagliati fuori dalla modernità, immersi in una natura avvolgente e per questo ripresi con uno sguardo malickiano, etereo ma presente, in questo film l’immagine si stabilizza e diventa ancor più affascinante, divenendo metafisica di vite distrutte. Difficile stabilire con precisione le proporzioni fra realtà e finzione, fermo restando che quest’ultima non può mai venir meno pena lo scivolare nella temuta “realtà dei contabili” tanto avversata da Herzog, ma anche quando lo stesso Minervini racconta (sulle pagine di Film Tv) di non aver voluto finzioni e di aver addirittura fatto un accordo col sindaco della cittadina, West Monroe, per limitare l’intervento della polizia, in cuor nostro sappiamo che questo è un film impossibile da girare al di là del grado di realismo che muove le immagini. Non si può restare indifferenti di fronte ad un film che, fondamentalmente, racconta il dolore infinito di personaggi che sostano precisamente a metà strada fra la vita e la morte: da Mark, il pusher protagonista della prima parte, al gruppo di anziani che spera nell’avvento di Hilary Clinton alla presidenza degli Stati Uniti, chissà, forse per poter maledire una donna dopo aver per anni bestemmiato contro un uomo di colore, fino agli pseudo-militari impegnati in finte incursioni nella foresta, letterariamente vicini al Lester Farley de La macchia umana, reduce prima sfruttato e poi abbandonato dal proprio Paese. Quando la poetica delle immagini è chiara qualunque cosa, qualunque azione smette di essere solo “quella cosa lì” per diventare punto di connessione espressivo all’interno della narrazione: le siringhe che bucano le vene dei drogati, la nudità, l’atto sessuale, il razzismo, l’umiliazione del volto del Presidente, ognuno di questi momenti è un tassello ineliminabile della storia che Minervini voleva raccontare e che, fortunatamente, è riuscito a raccontare.
Louisiana (The Other Side) [id., Italia/Francia 2015] REGIA Roberto Minervini.
CAST Mark Kelley, Lisa Allen, James Lee Miller.
SCENEGGIATURA Roberto Minervini, Denis Ping Lee. FOTOGRAFIA Diego Romero. MUSICHE Pascal Mayer.
Docufiction, durata 92 minuti.
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