Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
Sono passati molti anni dal 1999, anno dalla morte di Fabrizio “Faber” De André. Eppure, a distanza di più di tre lustri, c’è ancora molto da sapere su di lui.
Il regista Gianfranco Cabiddu si interessa al suo “passaggio” in Sardegna, dalla realizzazione dell’Agnata, azienda agricola ancora in funzione, ai luoghi ancestrali che hanno influenzato molti dei lavori del cantautore, luoghi ancora oggi magici. Sia i paesaggi talmente mozzafiato da sembrare irreali che il racconto sempre dolce e pacato di Dori Ghezzi non riescono però a dare un senso alla pellicola, da qualunque punto di vista la si guardi. Quando la storia inizia a ingranare, quando ci si appassiona alle foto di repertorio, ai racconti degli amici, e si rimane folgorati dai tributi svolti nel cortile della casa di Fabrizio e Dori durante il Jazz in Time, il film viene tristemente concluso seguendo un laconico, e tabagista, Faber di spalle. Un’altra ora viene allungata con le immagini sgranate, dell’ultimo concerto, quello che nel 1998 Fabrizio De Andrè tiene al teatro Brancaccio coadiuvato dai due figli. Un concerto proposto più volte in qualsiasi formato, che qualsiasi nostalgico ha già visionato più e più volte. Forse c’è ancora tanto da sapere ma al contempo si è comunque detto troppo. Il poeta genovese ha lasciato il suo testamento nella sua musica, ha raccontato mille donne e mille popoli, si è nutrito della gente e del loro sapere, ed è meraviglioso vedere come i suoi collaboratori ancora si commuovano nel raccontarlo e descriverlo. Qualche lacrima nel brevissimo racconto scende, e la musica che lo accompagna è indimenticabile anche quando viene cantata da altri musicisti. Ma manca un filo conduttore, un intento dichiarato, e alla fine rimangono solo belle immagini e racconti sinceri che non si legano tra loro. Il poeta manca, manca tanto, e ogni momento e occasione per ricordarlo va giustamente colta. Ma nel caso di Faber in Sardegna & L’ultimo concerto di Fabrizio De André purtroppo non si aggiunge nulla alla straordinaria memoria del rimpianto Faber, lasciando sui titoli di coda il ricordo di un piccolo e mal fatto lavoro di montaggio che non riporta in vita nemmeno il ricordo del nostro Fabrizio.
Faber in Sardegna [Italia 2015] REGIA Gianfranco Cabiddu.
SOGGETTO Gianfranco Cabiddu. MONTAGGIO Letizia Caudullo. FOTOGRAFIA Enzo Carpineta.
Documentario/Biografico/Musicale, durata 119 minuti.