SPECIALE FESTA DELLA REPUBBLICA – SU SILVIO E IL BERLUSCONISMO
“Questa non è l’Italia”… o forse sì
Era Il caimano, era Re Mida: per Sabina Guzzanti, Silvio Berlusconi invece è Dracula. “La magistratura continuava a stargli alle calcagna, i sondaggi lo davano in caduta libera… e così, quando si scopre che un’intera città è stata annientata, per Silvio Berlusconi è come se Dio gli avesse teso ancora una volta la mano”.
Con queste parole Sabina Guzzanti racconta una delle (tante) drammatiche pagine del nostro (bel) paese nel suo film Draquila – L’Italia che trema. Un’intera città deve risollevarsi e il Cavaliere, come Robin Hood, toglie ai ricchi per dare ai poveri, costruisce una new town per gli sfollati – epocale la scena del TG1 in cui Silvio indossa nuovamente i panni dell’agente immobiliare – e ricostruisce così anche la sua immagine. La regista affonda le mani nei marcescenti rapporti di politica, istituzioni e imprenditoria, svela il mefitico collante delle “3 B” (Berlusconi, Bertolaso, Balducci). Donne, Potere, Danaro, una Trimurti a cui Silvio ha sempre anelato. Generoso, pietoso e amorevole o connivente, megalomane e malato (di sesso e popolarità): una maschera quella del premier oramai ben collaudata da se stesso perché l’ex premier si piace – l’inno Meno male che Silvio c’è e il partito dell’amore – e dagli altri. Il corpo del(l’ex) capo non è quello di un adone eppure si comporta come se lo fosse: è ricco, generoso – poco importa con i soldi di chi –, ha successo con le donne per il suo carisma, per la sua munificenza, per la sua simpatia – poco importa se la battuta di pessimo gusto avviene indossando abiti istituzionali o meno –, sembra avere poteri addirittura taumaturgici. Se il politico è “uno stronzacchione dal dubbio senso dell’umorismo” e fa il comico, quest’ultimo ha il compito di fare il giornalista: se Berlusconi deride, umilia se stesso e gli italiani con scandali di ogni tipo, succhiando il sangue a una terra in ginocchio, Guzzanti può, anzi deve, portare alla luce il celato e l’omesso. Trema di paura, smossa fin dalle sue viscere, trema mortificata, trema di dolore e singhiozzi l’Italia. Distrutta, in macerie, privata dell’anima L’Aquila. Sabina Guzzanti, indossando ancora i panni di B., arriva a L’Aquila, con il suo occhio ironico e sagace segue il dopo terremoto, ma quando intervista gli aquilani, i politici, i giornalisti, non è più solo satira di costume, diventa giornalismo d’inchiesta quando vaga come cellula cancerosa per il campo e indaga luci e ombre delle cose nostre. Draquila mostra la mancata conoscenza dell’italiano medio di situazioni che non deve e forse non vuole sapere e Guzzanti espone tutto questo con umana pietà e partecipata condivisione. Draquila è un’inchiesta feroce, lucida e utile per comprendere cosa è accaduto, cosa è l’Italia, chi siamo noi.
Draquila – L’Italia che trema [Italia 2010] REGIA Sabina Guzzanti.
SCENEGGIATURA Sabina Guzzanti. FOTOGRAFIA Mario Amura, Clarissa Cappellani. MUSICHE Riccardo Giagni, Maurizio Rizzuto.
Documentario, durata 93 minuti.