Essere scontati
James McGill, futuro Saul Goodman, inizia la propria carriera di avvocato sui generis passando da pubblico difensore a specialista di casi dalla dubbia morale. Nonostante l’ontologia di spin off di Better Call Saul, la serie ci tiene particolarmente a distanziarsi da Breaking Bad, riempiendo gli episodi di accenni e riferimenti mai troppo sfacciati, tali da instaurare un vero e proprio gioco di rimandi con gli spettatori.
Ammiccare ad una serie iconica come Breaking Bad e anche il semplice fatto di essere uno spin off ha assicurato a Better Call Saul una fanbase consistente e garantita, tanto da portare i produttori a rinnovarla per una seconda stagione ancora prima che fosse andato in onda il primo episodio. Qui si annida un germe fastidioso e nocivo per la serie stessa, vale a dire il fatto di giocare su di un risultato dato per certo. Già a partire dal primo episodio (inititolato Uno), il nuovo lavoro di Vince Gilligan attinge ad una familiarità dello spettatore con personaggi e situazioni preesistenti che nasce in maniera tanto naturale da sfociare quasi nella scontatezza. Quello che manca a Better Call Saul è il tentativo (per lo meno iniziale) di conquistare il proprio pubblico di riferimento, delegando la fidelizzazione dell’audience all’affetto pregresso. Senza dubbio, poi, ci si sarebbe attesi una brillantezza maggiore, ma da questo punto di vista non aver accolto le richieste banali dell’aspettativa comune è stato un fattore positivo. Quello che resta è che, obiettivamente, non solo la serie non cade in facili strizzate d’occhio ma quasi non si cura di catturare l’attenzione del pubblico. La qualità da una prospettiva di produzione non è da mettere in dubbio, ma comunque rattrista un po’ vedere come il coinvolgimento di chi guarda si sia spostato su un altro piano, fatto di rimandi e allusioni che di fatto tagliano fuori molti dei neofiti. Per quest’ultimi, il prodotto risulta probabilmente ermetico sotto molti aspetti, senz’altro poco accogliente e non troppo affascinante. Tutto il contrario, insomma, di quanto succedeva all’inizio della serie madre. Paragoni (spesso nocivi) a parte, questa noncuranza sfocia a tratti in un atteggiamento snob che dispiace, soprattutto ripensando agli sforzi che il personaggio di Saul Goodman aveva fatto in Breaking Bad per accattivarsi gli spettatori. In questo caso la sensazione è che ci si sia concentrati più sul mantenimento dell’alto livello qualitativo (riuscendoci perfettamente) che sulla cattura e fidelizzazione degli spettatori. Dai primi della classe, si sa, ci si aspetta sempre il massimo e questo è un fardello che anche Better Call Saul si porta con sé.
Better Call Saul [id., USA 2015] IDEATORE Vince Gilligan.
CAST Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Michael Mando, Michael McKean.
Drammatico/Commedia, durata 45 minuti (episodio), stagione 1.