War is over
È davvero un gioiello, visivamente (ma non solo), Giovanni’s Island di Mizuho Nishikubo: colori bellissimi, molto brillanti nelle scene più liriche, fluidi movimenti di macchina, sorprendenti effetti di luce e ombra. E ha anche il merito di raccontare l’occupazione sovietica dell’isola di Shikotan alla fine della Seconda Guerra Mondiale e lo scontro tra due culture nazionali con grande poesia e realismo.
Nella costruzione narrativa ciclica del film, l’incipit e il finale sono speculari e vedono il protagonista Junpei e l’amica Sawako, ormai anziani, tornare sull’isola dopo molti anni. Tutta la parte centrale, quindi, è un lungo flashback, che inizia nel 4 luglio 1945 e copre un arco temporale di un paio d’anni, nei quali la famiglia di Junpei deve affrontare una serie di vicissitudini e di drammi. L’attacco aereo dei bombardieri su Nemuro costringe la popolazione a rinchiudersi nei rifugi, poi, il 25 agosto 1945, il Giappone si arrende e arrivano i russi, anzi “i russki”. La Brigata Alba viene disarmata e il padre vedovo di Junpei, Tatsuo, ha il compito di difendere l’isola. Verrà in seguito arrestato per aver distribuito riso di nascosto. Il fratello di Tatsuo, Hideo, invece, torna a casa dalla guerra, ma l’abitazione di famiglia viene prima parzialmente distrutta e poi occupata dai russi: il giovanissimo Junpei e il fratellino Kanta vedono una bambina russa, Tanya (figlia del comandante sovietico), con in mano il loro libro preferito, Una notte sul treno della Via Lattea di Kenji Miyazawa. I nomi di Junpei e Kanta richiamano proprio quelli dei protagonisti del libro, Giovanni e Campanella. Brani del libro letti in voice over e immagini oniriche che ne visualizzano il testo sono un fil rouge per tutto il film, che alterna momenti leggeri a parti più sentimentali, struggenti, commoventi, con la maestria e l’intensità che spesso caratterizza i maestri dell’animazione giapponese. Il trenino con cui Junpei e Kanta giocano, nei loro sogni, diventa un treno galattico per viaggiare nello spazio, ma è anche uno dei primi mezzi di comunicazione tra i due ragazzini giapponesi e Tanya. La convivenza tra la cultura giapponese e quelle russa è ben rappresentata nella scena a scuola, in cui i bambini giapponesi cantano una canzone russa e viceversa, ma soprattutto nel legame di tenerezza tra Junpei e Tanya, spesso da lui ritratta nei suo disegni. Junpei è costretto ad abbandonare Tanya e l’isola, quando tutti gli abitanti vengono trasferiti a Hokkaidō. Tutta questa parte del film racconta la ricerca tenace del padre Tatsuo da parte di Junpei, Kanta, Hideo e Sawako (che lo ama) ed è, dunque, un’esaltazione non retorica del valore della famiglia. Tanti i colpi di scena e i momenti memorabili, in Giovanni’s Island, che, dopo essere stato premiato ad Annecy, è anche, a parere di chi scrive, uno dei più meritevoli candidati alla vittoria della diciassettesima edizione del Future Film Festival. Consigliatissimo.
Giovanni’s Island [Jobanni no shima, Giappone 2014] REGIA Mizuho Nishikubo.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Aleksandr Golovchanskiy, Kannon Gowen, Natalie Hoover, Polina Ilyushenko, Masachika Ichimura.
SCENEGGIATURA Shigemichi Sugita, Yoshiki Sakurai, Wendee Lee. FOTOGRAFIA Yumiko Nakata. MUSICHE Masashi Sada.
Animazione, durata 102 minuti.