Fantasy e scatole cinesi
Fra le numerose opere in concorso al Future Film Festival – in una delle migliori edizioni di sempre – suscita un certo interesse l’unico film italiano presente: Fantasticherie di un passeggiatore solitario, diretto dal giovane regista calabrese Paolo Gaudio. Interesse determinato principalmente da una proposta di genere piuttosto inconsueta rispetto al panorama autoctono: il fantasy.
Alternando riprese dal vero a sequenze d’animazione, il film è composto da tre linee narrative principali recanti altrettanti separati mondi finzionali. È la storia di Theo, un giovane studente di filosofia che cerca di far coincidere l’argomento della tesi di laurea con la propria passione per i romanzi incompiuti. Nel corso di alcune ricerche scopre di avere in casa un bizzarro libro, intitolato appunto Fantasticherie di un passeggiatore solitario, a metà tra romanzo di formazione e ricettario. Il libro è stato scritto nel 1876 da Jean Jacques Renou, vecchio e pazzo scrittore che vive in uno squallido appartamento e rende la propria opera veicolo di deliri e ossessioni. Theo, estremamente affascinato dal testo, decide di tentare di realizzare la “Fantasticheria n. 23” l’ultima ricetta proposta la quale, a detta del narratore, dovrebbe portare ad un fantomatico luogo chiamato Vacuitas. Parallelamente il film ci mostra in stop-motion la storia del protagonista del libro, un bambino perduto in un bosco cupo e tetro. La coraggiosa idea di base ci riporta al classico racconto nel racconto in cui tre differenti mondi possibili comunicano fra loro attraverso luoghi d’accesso come il libro e l’atto di leggere. Tale modalità strutturale figurativizza in modo evidente le componenti relative ad istanze di enunciazione (lo scrittore Renou), di ricezione (il lettore Theo) e di contenuto (il romanzo, ovvero la parte in stop-motion). A tanta chiarezza sul piano dell’impianto narrativo, purtroppo, non corrisponde la medesima incisività rispetto all’esposizione dei fatti. L’eccessiva complessità strutturale non riesce a celare l’evidente fatica nella composizione del racconto, soprattutto in riferimento alla parte animata (sebbene davvero ben realizzata sul piano tecnico) che pare un po’ troppo scollegata dal resto della storia. Anche le prove attoriali e l’assetto del mondo finzionale non convincono e lasciano intravedere una certa stereotipia negli atteggiamenti dei personaggi. Un vero peccato, perché l’idea di base non è priva di suggestioni davvero interessanti. Sarebbe auspicabile il ricorso a strutture narrative più semplici, che possano rendere giustizia ad un giovane regista dalle evidenti potenzialità.
Fantasticherie di un passeggiatore solitario [Italia 2014] REGIA Paolo Gaudio.
CAST Lorenzo Monaco, Luca Lionello, Domiziano Cristopharo, Nicoletta Cefaly.
SCENEGGIATURA Paolo Gaudio. FOTOGRAFIA Sandro Magliano. MUSICHE Sandro Di Stefano.
Fantastico, durata 87 minuti.