Moriremo democristiani
#daunideadiStefanoAccorsi e le versioni sottotitolate alle battute di Tea Falco: forse così qualcuno si ricorderà la prima stagione di 1992. Ma 1992 in fondo è stata la prima serie italiana a raccontare avvenimenti politici e storici fuori dall’egida rassicurante della Rai, e da quella aziendalista di Mediaset.
1992 fa nomi e cognomi, e il fatto che alcuni di questi continuino a influenzare la vita pubblica odierna non fa altro che essere cassa di risonanza spettatoriale per certi nervi scoperti e frutto dell’omertà televisiva italiana. Di Pietro e Dell’Utri sono parti attive della narrazione, a cui si aggiungono le sagome di Bossi, Berlusconi, oltre a Lorella Cuccarini. Ma soprattutto ci sono Fininvest e Publitalia ’80. Com’è chiaro 1992 inizia non solo dal presupposto politico di raccontare Mani Pulite, ma si interroga su quanto la spettacolarizzazione televisiva sia stata artefice della Seconda Repubblica. Ne è esempio Leonardo, rampante pubblicista di Publitalia, che vede in Berlusconi il volto nuovo della politica. Oltre a Leonardo, il filone narrativo principale di 1992 è affidato all’ufficiale di polizia Luca Pastore, che racconta dall’interno le indagini di Tangentopoli. Il sistema di favori politico-imprenditoriale e la spettacolarizzazione pubblicitaria della politica sono i due poli d’indagine della serie che guidano tutte le altre storie all’interno di queste due sfere d’azione. È così appunto per Pietro Bosco, deputato della Lega che inizia una relazione con Veronica, valletta ossessionata dalla conduzione di Buona Domenica. L’episodio di Bosco rappresenta il trait d’union dei nuclei tematici della serie, evitando inoltre di cadere nella retorica schematica dell’antipolitica. Si direbbe: spettacolo, mazzette e politica, ma è il miscuglio tra desiderio, necessità e rivalsa che dà al personaggio di Bosco un’anima sincera nella propria ambiguità. L’intreccio di vicende personali sullo sfondo storico (qualcuno ha detto Mad Men?) funzionerebbe, ma una rigidità di fondo fa apparire il tutto un compitino un po’ borioso e convinto di esser sufficiente nel mettere insieme i cocci rotti della Prima Repubblica per raccontare l’inizio della Seconda. Più stimolante invece è l’interesse a raccontare gli ideali traditi per convenienza personale, come quelli di “Bibi” Mainaghi, da sciancata antiborghese a cinica manager d’azienda, e di Leonardo, ex comunista diventato mente illuminata della politica aziendale, che compongono uno scenario privato delle passioni sociali giovanili per entrare in un mondo del lavoro che non ha bisogno di sognatori. 1992 è sia questo che il prolungamento dell’edonismo anni ’80 ma al suo punto di rottura, in cui il nuovo inizio non è altro che la fine dell’altro ciclo ma in una veste nuova. Insomma, mettetela come volete, ma 1992 sembra quasi dirci che moriremo democristiani, magari solo più smart.
1992 [Italia 2015] IDEATORI Stefano Sardo, Stefano Accorsi, Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi.
CAST Stefano Accorsi, Miriam Leone, Domenico Diele, Guido Caprino, Tea Falco.
Drammatico, durata 60 minuti (episodio), stagione 1.