“Il denaro è un cane che non richiede carezze…
… vuole solo che gli lanci la palla sempre più lontano per poterla riportare indefinitamente”. Le Capital, film francese tratto dall’omonimo romanzo di Stephane Osmont e diretto da Costa-Gavras, è una delle rare opere che si addentrano con lucidità nei meandri della crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Europa negli ultimi anni. Anche se non perfettamente centrato su quest’argomento, ne dà comunque un’indiretta spiegazione.
L’intero film, infatti, ruota attorno alla figura di Marc Tourneuil, assistente di Jack Marmande, presidente di Phenix, la più grande banca europea. Nel momento in cui il cancro ai testicoli di Marmande gli impedisce di svolgere appieno i suoi compiti, il consiglio d’amministrazione dell’istituto bancario decide di nominare un sostituto. La scelta ricade proprio su Tourneuil il quale, invece di “obbedire” al consiglio d’amministrazione che l’ha eletto, inizia a rinnovare a modo suo la banca fino ad ottenerne il controllo totale. Le Capital è, perciò, un film che si addentra nel mondo dell’alta finanza e ne denuncia, senza troppa retorica, tutto il marcio di cui è impregnato. Ne risulta una vera e propria associazione a delinquere in cui gli unici obiettivi che regnano sovrani sono il potere e i soldi. Chiunque sia invischiato in questo sistema non è mai appagato dalla posizione che ricopre e aspira a conquistare cariche sempre più alte. E anche quando si è raggiunto l’apice – è proprio il caso del protagonista – si cerca di aumentare il proprio potere attraverso un controllo dispotico e autarchico, non solo sull’istituto di cui si è a capo, ma soprattutto sui propri collaboratori e dirigenti. Lo stesso discorso vale per i soldi, o meglio per il capitale: più ce n’è e più se ne vorrebbe. È questo il piano dei vari gruppi che hanno acquistato azioni Phenix e che, attraverso una speculazione illegale, cercano di raddoppiare se non triplicare il valore del proprio fatturato. In tutto questo squallore Marc Tourneuil non è da meno: sebbene ci siano in lui dei miraggi etici, il potere e i soldi l’hanno talmente accecato da riuscire a fare il doppio, triplo, quadruplo gioco, per stanare tutti i suoi avversari e con un’abile mossa farsi nuovamente rieleggere. L’intera vicenda è scandita da un montaggio serrato con sequenze episodiche del “cammino” del protagonista alla conquista del potere, conferendo al film un ritmo incessante. Ed è lo stesso protagonista a farsi carico della narrazione interpellando lo spettatore ad inizio e fine del film – un po’ come accade in molti film di Martin Scorsese. Significativa è la sequenza in cui Tourneuil pranza assieme ai parenti e, mentre sono a tavola, c’è uno scambio di battute tra lui e lo zio sulla situazione attuale: la (finta?) crisi europea non è altro che un progetto ideato dagli istituti bancari, i quali hanno legato gli Stati ad una politica di impoverimento generale della popolazione per generare un aumento stratosferico della ricchezza di pochi eletti. Argomenti scottanti per un film troppo scomodo da distribuire in Italia!
Le Capital [Id., Francia 2012] REGIA Costa-Gavras.
CAST Gad Elmaleh, Gabriel Byrne, Natacha Regnier, Bernard Le Coq, Hippolyte Girardot.
SCENEGGIATURA Costa-Gavras, Jean-Claude Grumberg, Karim Boukercha. FOTOGRAFIA Eric Gautier. MUSICHE Armand Amar.
Drammatico/Thriller, durata 114 minuti.