Fuga dall’apocalisse
Dopo il successo nella Quinzane des Realisateurs al Festival di Cannes 2014 e ai Premi Cesar, dove si è portato a casa tre statuette (miglior esordio, miglior attrice – Adèle Haenel – e miglior attore esordiente – Kévin Azaïs), The Fighters di Thomas Cailley sbarca nello nostre sale, non deludendo le attese che la fetta di pubblico cinefilo aveva maturato in questi mesi.
Rafforzato da una sagace commistione di umori e di toni, in abile bilico tra una concezione più personale e il rispetto di determinate coordinate di genere, The Fighters è innanzitutto un racconto di formazione e, in seconda battuta, una sommessa e tenera storia d’amore, che trova il suo nutrimento nel contesto sempre più tetro e privo di ideali e sbocchi della provincia francese. Arnaud e Madeleine sono i due adolescenti protagonisti: lui vagheggia nella quotidianità un po’ imposta come molti suoi coetanei, lei al contrario ha le idee molto chiare sul futuro, convinta che il mondo che conosciamo finirà presto e che sia necessario tornare ad uno stato di sopravvivenza quasi primitiva per non soccombere. Per questo decide, subito seguita dall’ormai innamorato Arnaud, di entrare nell’esercito, dal quale però rimarrà delusa. I due scappano e improvvisano una sopravvivenza tra le foreste, mentre un enorme incendio dà l’impressione e l’atmosfera di un’apocalisse imminente. Cailley, il quale già nel prologo dimostra di sapere spiegare alla perfezione elementi importanti con incisiva sintesi, tratteggia così un ritratto originale e significativo dell’adolescenza, sfuggendo i luoghi comuni della rappresentazione dell’età inquieta. Il ritratto è rafforzato dalla costante vena di ironia e di umorismo acido (e anche un po’ amaro, a seconda dei momenti) che da un lato tengono la narrazione lontana dalle secche del sentimentalismo, e dall’altro sottolineano le storture e gli aspetti più grotteschi del contesto (si veda la divertita descrizione del campus dell’esercito e dei suoi protagonisti). Sullo sfondo, la crisi economica, di valore e culturale, palese e implacabile nel dettare ai due protagonisti le loro scelte di vita, quanto saggiamente lasciata un po’ nel dietro le quinte della vicenda, in un ruolo decisivo ma non ingombrante. Questa crisi di orizzonti e di fiducia viene semmai simboleggiata dall’incendio che assume toni e atmosfere apocalittiche, e che diventa occasione per il regista di dimostrare anche le sue doti strettamente scenografiche e visive, con inquadrature di per sé affascinanti e potenti, quasi autosufficienti (si veda anche il momento in cui i due sono nel garage incorniciati dall’ingresso e con l’acquazzone sullo sfondo). Rafforzato da due interpreti giovani e straordinari, Adèle Haenel e Kévin Azaïs, The Fighters è un monito sincero, quanto non privo di speranza e in fin dei conti tenero, da non perdere.
The Fighters – Addestramento di vita [Les combattants, Francia 2014] REGIA Thomas Cailley.
CAST Adèle Haenel, Kévin Azaïs, Antoine Laurent, Brigitte Roüan, William Lebghill.
SCENEGGIATURA Thomas Cailley, Claude Le Pape. FOTOGRAFIA David Cailley. MUSICHE Philippe Deshaies, Lionel Flairs, Benoit Rault.
Commedia/Drammatico, durata 98 minuti.