Comizi d’amore gay, lesbici e transgender
Ci sono opere seriali che partono sottotono, altre che sono come una dose di adrenalina. Quest’ultimo è il caso di Cucumber, Banana, Tofu, il nuovo lavoro di Russell T. Davies, uno degli sceneggiatori e produttori televisivi più talentuosi e creativi del panorama contemporaneo (Queer as Folk, Torchwood, Doctor Who).
A quindici anni da Queer as Folk l’autore torna a Manchester – non a caso Lance cammina dove hanno camminato Brian e gli altri – esaminando il mondo gay, lesbico, transgender. Cucumber, Banana, Tofu è interessante sotto vari punti di vista, primo fra tutti la scelta dei titoli: il Cetriolo, la Banana (sbucciata o meno) e il Tofu sono gli stadi dell’erezione maschile secondo uno studio svizzero, e Davies non poteva che trovare qui lo spunto per la serie. Altro elemento di riflessione è l’idea che sta dietro: infatti Cucumber, Banana, Tofu è multiformato e multicanale; Channel 4 prende le mosse dalla BBC e l’autore tenta di conquistare i britannici. Cucumber, la serie principale, in onda su Channel 4 (canale in chiaro), è un dramedy di 8 episodi (45 minuti) che racconta le vicende di Henry Best, vergine quarantaseienne, in crisi di mezza età e con se stesso, che, separatosi dal fidanzato dopo 9 anni, va a convivere con giovani amici. Davies sviscera “la voglia” di Henry per tutti gli adoni che incontra – metaforico l’inizio di ogni episodio, in cui si trova nel luogo del desiderio per antonomasia, il supermercato, pur non concedendosi a nessuno, ma anche l’ossessione per Freddie, oggetto dei turbamenti e soggetto di amplessi onnivori. Banana, in onda su E4 (canale a pagamento), dramedy di 8 episodi (20 minuti), racconta con ironia le vicende della gioventù sconsiderata, schizofrenica, alle prese con l’amore, la conoscenza di sé e degli altri. Davies lega strettamente queste due serie e i personaggi dell’una fuoriescono nell’altra; un punto di vista diverso mette in luce altre storie. La sensazione è che l’autore voglia rappresentare una situazione politica, storica, sociale e culturale dell’Oggi sì realisticamente ma non nel senso classico, sconfinando spesso in un iperrealismo surreale e grottesco. Infine sulla piattaforma on demand 4oD va in onda Tofu – sorta di Comizi d’amore pasoliniani contemporanei, 8 episodi con stile documentaristico (12 minuti) simile ai video di Youtube; infatti è il giornalista e star del tubo Benjamin Cook a realizzare le interviste a interpreti, attori del porno e persone comuni su varie tematiche legate al sesso. La trilogia è un ottimo esempio di serialità moderna, ben scritta e interpretata, che tiene avvinto lo spettatore con personaggi e storie. Quella di Davies è un’opera profonda e multi stratificata, che è sfrenata, ride nelle difficoltà, chiede aiuto nel dolore, la cui visione ha un senso sia in ogni “capitolo”, sia nella sua interezza. Peccato che per ora non ci sarà una seconda stagione.
Cucumber, Banana, Tofu [id., Gran Bretagna 2015] IDEATO DA Russell T. Davies.
CAST Vincent Franklin, Julie Hesmondhalgh, Fisayo Akinade, Ceallah Spellman, Cyril Nri.
Dramedy, durata 45/8/12 minuti (episodio), stagioni 1.