“Venghino signori, venghino…”
Dopo case assassine, manicomi criminali e magioni stregate, Ryan Murphy e Brad Falchuk esplorano il mondo circense dei freaks, contaminando, in American Horror Story:Freak Show, la “commedia umana” di Tod Browning con il piacere complice di una violenza che si fa spettacolo totalizzante.
La quarta stagione della serie tv targata FX è più che altro un’intelligente riflessione sui meccanismi dello show esibito al tempo delle “armi di distrazioni di massa”. Certo, la messa in scena coreografica non manca di corroborare l’attualità delle riflessioni sui media e sulla vanità di qualsiasi “varietà” presenzialista con ettolitri di sangue e stilizzazioni grandguignolesche, ma ciò che salta maggiormente all’occhio è la scrittura limpida, a cui basta qualche rarefatto flashback e un manipolo di personaggi ben caratterizzati per mettere in piedi il corale Cabinet of Curiosities capeggiato da Elsa Mars. Nel capannone stanziale dei reietti non mancano due gemelle siamesi, Bette e Dot (una Sarah Paulson sdoppiata), che si muovono insieme ma pensano separatamente, l’uomo aragosta (Evan Peters) con chele al posto delle mani, l’uomo forzuto con tendenze omosessuali (la new entry Michael Chiklis), la donna amazzone e quella in miniatura. Il capo della compagnia, Elsa Mars (Jessica Lange), immigrata tedesca giunta negli States dopo la Guerra, dirige il baraccone introducendo gli spettacoli con i suoi numeri musicali e sogna di diventare una stella del cinema. Senza mai destabilizzare lo spettatore, la serie introduce una rete di villain che, in un modo o nell’altro, violano lo spazio degli emarginati, usurpandone la scena dopo averla colorata di “rosso” sangue. Dopo gli omicidi di un clown che mette a ferro e fuoco Jupiter, la cittadina della Florida in cui sono ambientate le vicende a inizio anni ‘50, alla blacklist si aggiungono un finto produttore di Hollywood con bella chiromante, un bamboccione ricco e viziato e, come se non bastasse, il male si sparge anche dall’interno, a causa di arrivisti senza scrupoli che non esitano a compiere brutalità per il proprio tornaconto personale. La serie compone una polifonica “storia della bruttezza” in cui l’euforia splatter è bilanciata dall’esplorazione antropologica del laboratorio-microcosmo dei freak, isolati dall’umanità mostruosa e sodali l’uno con l’altro, mentre le loro vicende, tra alterchi amorosi e dispute generazionali, sfumano l’atmosfera horror in un profondo affresco esistenzialista. Tirando le fila dei vari sub-plot di cui si compone la trama portante con centro nevralgico nella vendetta, Freak Show sorprende per il gioco metanarrativo che svela la pervasività dell’immagine (mostruosa) all’interno dei meccanismi mediatici che promettono una fama (im)peritura e troppo spesso omicida.
American Horror Story: Freak Show [Id., USA 2014] IDEATORI Ryan Murphy, Brad Falchuk.
CAST Jessica Lange, Sarah Paulson, Evan Peters, Finn Wittrock, Denis O’Hare, Emma Roberts.
Horror, durata 45 minuti (episodio), stagione 4.