SPECIALE DREAMWORKS ANIMATION
Gioco vs. ragione
La forma versus indica una contesa, che sia tra soggetti o concetti, ma in alcuni casi può rappresentare anche una dicotomia. Potrebbe essere il caso di Mostri contro alieni, una dicotomia tra due diverse concezioni di alterità dalla norma, quest’ultima rappresentata dalla razza umana ma nello specifico più propriamente dalle imposizioni sociali.
Non è un caso quindi che la pellicola inizi proprio con il matrimonio tra Susan e il suo futuro sposo Derek, rampante anchorman in procinto di scalare le redazioni televisive locali, e dell’annullamento della luna di miele a Parigi per assecondare la carriera dello stesso Derek. È un “noi” quello che lo sposo continua a ripetere a Susan, assuefatta dall’idea di vivere per sempre con l’uomo che desidera, almeno finché un meteorite radioattivo non le cade sulla testa trasformandola in una gigantessa. Ovviamente quel “noi” velocemente si trasforma in un “io”, Susan deportata dall’esercito nella zona 51 e rinchiusa assieme ad altri mostri usciti da qualche classico di fantascienza anni Cinquanta. L’anello mancante, il mostro proveniente della laguna nera, un Godzilla dall’aspetto di larva pelosa, il blob B.O.B. e un professore con i baffi di Vincent Price trasformato in scarafaggio con il procedimento de L’esperimento del dottor K. (o de La mosca). Un gruppo di freak accantonati dalla società ma che torneranno utili quando dovranno fronteggiare un’invasione aliena capitanata da Gallaxahr. La cosa divertente del film della Dreamworks è, a ben vedere, come nessuna delle due fazioni (alieni e mostri) generalmente sia stata, in un conflitto, la parte del buono ma sempre quella del nemico. Mostri contro alieni contrappone due icone dell’immaginario fantastico allo stesso modo di Freddy vs. Jason, rendendo il tutto dilettevole dall’estrema semplicità e sintesi. Il problema è il gioco che si viene a creare in questo tipo situazioni – “chi tiferò tra i due cattivi?” – non nasce mai perché lo spettatore viene subito imboccato, inibendo l’aspetto ludico della narrazione, dal fatto che i mostri rappresentano gli esclusi dalla società, a dispetto anche degli alieni senza scrupoli, quando in realtà potevano essere appunto due facce della stessa alterità. È un peccato, perché l’elemento più divertente rimane quell’estrema sintesi nel titolo che chiamerebbe in causa un conflitto nello spettatore che fondamentalmente è culturale – perché preferisco i mostri agli alieni, o viceversa? –, e che avveniva anche in Freddy vs. Jason tramite uno scontro tra fanbase (scegliere tra i due è come decidere di quale morte far morire le vittime del film, ma per un amante del genere anche questo ha uno scopo ludico). Mostri contro alieni però questo aspetto non lo mette mai in pratica tanto da imboccare lo spettatore nella giusta strada, ed è una costante nell’animazione Dreamworks, che dietro a una comicità decisamente meno educata di quella Disney e, nelle intenzioni, scorretta, in fondo si conclude sempre con la buona morale. Forse un po’ di libertà in più non guasterebbe, e non lo richiede un adulto ma chi nel momento in cui ha letto il titolo ha creduto di poter rigiocare nella propria mente di nuovo tra mostri contro alieni.
Mostri contro alieni [Monsters vs aliens, USA 2009] REGIA Rob Letterman, Conrad Vernon.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Reese Witherspoon, Seth Rogen, Hugh Laurie, Will Arnett.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Myriam Catania, Fabrizio Vidale, Sergio Di Stefano, Gaetano Varcasia.
SCENEGGIATURA Ron Letterman, Maya Forbes, Wallace Wolodarsky, Jonathan Aibel, Glenn Berger. MUSICHE Hans Zimmer, Henry Jackman.
Animazione, durata 90 minuti.