SPECIALE FRANÇOIS OZON
Il fascino discreto di un abito a fiori
François Ozon con Una nuova amica si conferma autore elegante e interessato a scandagliare aspetti poco indagati della psiche e dei rapporti umani, in particolare di quelli femminili. Ancora un volta assistiamo infatti a una crisi della consapevolezza di sé e della propria percezione, causata da un evento esterno da cui deflagra un’esplosione interiore.
Il regista francese conferma anche la sua capacità di affrontare con efficacia e leggerezza temi potenzialmente scabrosi e a forte rischio banalità e volgarità intellettuale, come già avvenuto nel precedente Giovane e bella. Qui, in scena, è il travestitismo, inteso però da una parte come forma di rielaborazione del lutto, e dall’altra come strumento per riscoprire la propria essenza intima e sociale. Dato che il film è anche un giallo, non conviene raccontare la trama, basta dire che i protagonisti sono due migliori amiche, dal rapporto strettissimo fin dall’infanzia, e il marito di una di loro: la morte di quest’ultima sconvolge, in ogni senso, gli equilibri interiori ed esteriori dell’altra amica e del marito, il quale riprende, con sempre più maggiore consapevolezza, la sua vecchia abitudine di vestirsi con abiti femminili. Ozon tratta questo materiale potenzialmente incandescente con la solita eleganza della messa in scena, con numerosi riferimenti, adeguatamente rielaborati e interiorizzati, cinematografici (c’è molto Hitchcock e c’è molto Blake Edwards e il suo Victor Victoria, più che Almodovar, citato da molti) e con una costante vena ironica da commedia sofisticata. Queste sono, allo stesso tempo, i punti di forza del film e il suo limite: se, infatti, da un lato permettono al regista di non farsi travolgere dalla tematica e di instillare nello spettatore continui dubbi e spunti di riflessione e di autoriflessione, dall’altro, come spesso è accaduto in Ozon, fungono un po’ da filtro alla presa emotiva ed empatica. Una nuova amica è infatti un film abbastanza “freddo”, in cui il rapporto tra approccio cerebrale ed approccio emotivo e più intimo è decisamente ed eccessivamente sbilanciato verso il primo aspetto. Senza questo limite, probabilmente Una nuova amica avrebbe potuto, come già per esempio Nella casa, essere un gran film: così rimane un’opera più che riuscita, assolutamente interessante, ma che rischia di non essere memorabile come avrebbe potuto, e che sembra voler tenere le distanze e non dare troppa confidenza. Ha, comunque, dalla sua il coraggio di trattare in maniera allo stesso tempo leggera e non banale né pacificata, anche nelle connessioni diverse da quelle più diffuse, un tema importante e un po’ ignorato – e quando non ignorato, spesso banalizzato.
Una nuova amica [Une nouvelle amie, Francia 2014] REGIA François Ozon.
CAST Romain Duris, Anais Demoustier, Raphael Personnaz, Isild De Besco, Jean Claude Bolle-Reddat.
SCENEGGIATURA François Ozon, Ruth Rendell. FOTOGRAFIA Pascal Marti. MUSICHE Philippe Rombi.
Drammatico/Commedia, durata 107 minuti.