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Il retrogusto amaro della vittoria
Un giovane avvocato in cerca di affermazione sociale inizia a muovere i primi passi nella società coreana. Un’innocente manifestazione di protesta fa in modo che, a causa dei propri debiti, l’avvocato si trovi coinvolto nella risoluzione degli arresti che seguono alla protesta. Una volta compreso come stano realmente le cose, però, il protagonista si scoprirà molto più motivato del previsto a vincere questo caso.
Premiato a molti festival intorno al mondo (dal Far East di Udine al Blue Dragon in Corea), The Attorney è il film di debutto per Yang Woo-suk, prima di allora impegnato in campo produttivo e seriale per il web. Il film si può considerare un successo, non fosse altro per i risultati al botteghino (è l’ottavo film coreano per incassi in patria) e per aver saputo portare sullo schermo un caso particolare come quello narrato, senza farsi prendere da facili pomposità. I fatti sono ispirati al caso di Burim del 1981, quando Roh Moo-hyun (futuro presidente della Corea del Sud) difese un gruppo di manifestanti dalle accuse istituzionali. La storia viene aperta da un accompagnamento musicale degno delle tragicommedie italiane degli anni ’70, quelle in cui, nonostante i sorrisi, rimane l’amaro in bocca. A dire il vero in questo caso la vena ironica non è troppo smaccata, bensì delegata ad uno stile enfatico al limite dell’iperbole, soprattutto per quanto riguarda la descrizione di certe storture sociali. L’ironia non lascia spazio a grandi sorrisi, ma ad un retrogusto amaro che un eventuale lieto fine non riesce comunque a cancellare. Nel mondo “civile” dominato da apparenze e rispettabilità, gli scrupoli della coscienza si affacciano sullo schermo solo raramente in maniera esplicita. Il contrappunto musicale rimane quasi l’unico elemento a sottolineare l’amara ironia delle prospettive via via assunte dai personaggi, non a caso tacendo per lungo tempo, in modo da far pesare ancora di più la propria presenza. Nonostante il risultato apprezzabile e ben fruibile, il film non è perfetto, né memorabile, peccando soprattutto per ingenuità. Seppure realizzato con cognizione di causa e correttezza grammaticale, infatti, The Attorney manca di incisività e non riesce a sfondare del tutto la quarta parete, rimanendo un ammirabile esercizio di stile con delle potenzialità non sfruttate. Così, anche il primo lungometraggio del regista finisce con il far pensare a se stesso con lo stesso sorriso sardonico provocato dalla diegesi.
The Attorney [Byeonhoin, Corea del Sud 2013] REGIA Yang Woo-suk.
CAST Song Kang-ho, Kim Young-ae, Oh Dal-su, Yim Si-wan, Kwak Do-won.
SCENEGGIATURA Yang Woo-suk, Yoon Hyeon-ho. FOTOGRAFIA Lee Tae-yoon. MUSICHE Jo Yeong-wook.
Drammatico, durata 127 minuti.