SPECIALE INEDITI – FAMOSI IN COREA!
Transazioni violente
Gon, sicario coreano cresciuto negli Stati Uniti, uccide accidentalmente la bambina figlia di un suo bersaglio.
Dilaniato dal rimorso, viene presto costretto a tornare in patria per eliminare la madre della vittima, risk manager per una grande multinazionale finanziaria: la donna, ancora afflitta dalla terribile perdita, nulla conosce degli affari illeciti che riguardavano il marito, ma è in possesso di dati che la rendono una potenziale testimone. La violenta carriera del killer è arrivata alla sua svolta. Bastano pochi minuti – e una mirabile sequenza d’apertura – e l’intreccio di No Tears for the Dead viene già irreprensibilmente dispiegato: non tutto si esaurisce nel fertile topos del dilemma interiore di tanto cinema gangsteristico hongkonghese anni ’80 e ’90, che certo alimenta l’immaginario di Lee Jeon-beom anche per questo suo ultimo film. La forza narrativa di No Tears for the Dead è da ricercarsi infatti nella compattezza con cui una precisa serie di sub-plot, tematicamente ibridi, riescono ad intrecciarsi allo spunto dominante, contribuendo a una tela di pieni e di vuoti dove a contare, specialmente nei momenti in cui si attende il deflagrare della violenza, sono le caratterizzazioni dei personaggi, le loro spinte individuali, il loro comune e innegabile stallo. Tutto il resto è affidato alla pregevole fattura coreografica delle scene d’azione, ora articolate in una minuta sequenza di dettagli traumatici, ora perfino sublimate nell’ellissi che segue lo scambio di sguardi fra due contendenti. Pensato per sollecitare lo sguardo dello spettatore fino al parossismo, senza concessioni alla banalità nonostante la gestione di molti ingredienti già noti al genere, No Tears for the Dead insegue il successo di pubblico del precedente The Man from Nowhere. Se questo eccesso di prudenza può in qualche momento svalutare il film, molto chiara è la capacità di trasferire definitivamente il focus dell’action movie – l’impatto brutale della violenza tra esseri umani – dal primato visibile del corpo a quello invisibile del contesto: quello di una finanza criminale e iper-veloce, che tutto muove e tutto inghiotte, tra numeri digitali in febbricitante accrescimento e grattacieli al neon avidi di potere. In questo quadro troppo complesso e volubile per garantire la sopravvivenza, la redenzione di un eroe sì stanco, ma ancora consapevole di cosa è giusto, può intravedersi e compiersi, come spesso già è accaduto al cinema, nel sacrificio che alla condanna unisce una definitiva liberazione.
No Tears for the Dead [U-neun nam-ja, Corea del Sud 2014] REGIA Lee Jeong-beom.
CAST Jang Dong-gun, Kim Min-hee, Brian Tee, Anthony Dilio.
SCENEGGIATURA Lee Jeong-beom. FOTOGRAFIA Lee Mo-gae. MUSICHE Choi Yong-rak.
Azione, durata 116 minuti.