SPECIALE PAUL THOMAS ANDERSON
Il caso, il fato, il destino e la realtà
Lo scorrere degli eventi portano i percorsi di diverse persone ad incrociarsi e influenzare l’uno il fluire dell’esistenza degli altri: vita e morte si incontrano e dialogano per chiarire ognuna i propri confini. La giustapposizione di episodi iniziale finisce con l’assumere un senso, almeno presunto, cui ogni spettatore partecipa, seppure inconsciamente, con la propria esperienza.
Il senso di Magnolia è tanto opinabile quanto sfuggente, riuscendo a configurarsi come un fluire di immagini ed impressioni affascinanti al limite dell’ipnotismo (come i volti dei personaggi sospesi tra maschera, divismo e realtà). Personaggi estremi, a tratti surreali, popolano un mondo apparentemente distorto che si rivela alquanto verosimile al momento dell’analisi degli eventi e comunque dopo un vorticoso evolversi dei fatti. Il lavoro registico e di sceneggiatura dietro la composizione del film è a dir poco encomiabile, riuscendo a coniugare impressioni schizofreniche a intense impressioni su cui riflettere. La creazione generale assume i contorni di un complesso (e completo) discorso sul rapporto dell’individuo con le sue aspirazioni, con i propri contatti relazionali e, soprattutto, con la maschera/personaggio che quotidianamente s’indossa. Sequenze quasi inverosimili, ma dalla forza notevole, rimangono dunque impresse nell’immaginario collettivo: si pensi ad esempio alla quantità di repliche dell’apparizione sul palco di Tom Cruise in versione imbonitore. La trama non sempre chiara, lontana dalla linearità fittizia classica, riflette il percorrere delle esistenze offerte al pubblico e indecise sui Credo da perseguire, avendo la capacità di adattarsi alle varie circostanze presentate, con la conseguenza di perdere il filo del discorso in alcuni momenti. Tutto ciò concorre comunque a rendere quello scontro perpetuo tra destino, fato e casualità che si pone nel modo di agire di ognuno, raggiungendo un’intensità di riflessione intima (ma anche estetica) che Paul Thomas Anderson stesso ha trovato difficoltà a replicare nei suoi film successivi.
Il mosaico di storie e immagini proposto da Magnolia, pur mancando di coerenza e soluzione di continuità in certi momenti, disegna un riflesso distorto ma non troppo del legame che intercorre tra ognuno di noi e le proprie aspirazioni e decisioni, riuscendo a centrare l’obiettivo e mettere in evidenza i contrasti interiori ed esteriori di ogni attore (in quanto persona che agisce) nella quotidianità, con tutte le contraddizioni che questo comporta.
Magnolia [id., USA 1999] REGIA Paul Thomas Anderson.
CAST Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, John C. Reilly, Julianne Moore, William H. Macy.
SCENEGGIATURA Paul Thomas Anderson. FOTOGRAFIA Robert Elswit. MUSICHE Jon Brion, Aimee Mann.
Drammatico, durata 193 minuti.