La comica trattativa Stato-mafia
Tre uomini, a vario modo falliti, decidono di lasciarsi alla spalle buona parte della loro vita (insuccessi, lavoro, affetti) per ristrutturare un agriturismo nel sud Italia. Ad aiutarli arriva Sergio (Claudio Amendola), amico creditore di uno dei tre, comunista oltremodo nostalgico ma dotato di una grande abilità pratica, necessaria per risollevare le sorti di un luogo lasciato per troppo tempo a se stesso. Ad accogliere i quattro neo proprietari non ci saranno cesti di frutta ma rappresentanti delle famiglie camorriste locali alla ricerca di nuovi “pizzi”.
Dopo il successo di Smetto quando voglio, piccola perla comica della contemporaneità italiana, Edoardo Leo torna sugli schermi, questa volta dietro la macchina da presa. Sua è infatti la regia e la sceneggiatura (in collaborazione con Marco Bonini) del film Noi e la Giulia, tratto dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei. Il racconto che il cinema fa dell’Italia dei giovani (insieme nel quale è doveroso annoverare anche i 35enni) si divide fra la drammatica constatazione di un disagio, vedi Perfidia di Bonifacio Angius, e la sua iperbolizzazione ironica che media fra una realtà spietata e una “magia” che la rende sopportabile e superabile. Il film di Leo si inserisce pienamente in questo secondo gruppo di opere, procedendo come la più tipica delle narrazioni: situazione iniziale, cambiamento, svolgimento, apice drammatico e risoluzione, per descrivere un processo di convivenza fra vite e, perché no, ideologie diverse, finalizzato al raggiungimento di un obiettivo. In questo gruppo c’è, oltre al già citato Sergio, lo yuppie Diego (Luca Argentero), lo sfigato Claudio (Stefano Fresi) e l’imbonitore xenofobo Fausto (interpretato dallo stesso Leo), ognuno alla ricerca di un modo per riscattare l’inutilità del proprio presente. Nel momento in cui questo gruppo misto viene avvicinato dagli strozzini malavitosi si avvia, in forma edulcorata, una trattativa Stato-mafia i cui termini sono regolati solo da accordi non scritti, che naturalmente saltano nel momento in cui una delle due forze in gioco decide di far valere le proprie ragioni sull’altra. In mezzo a tutto questo la Giulia, nascosta sotto terra, e la sua autoradio che si accende e si spegne invadendo l’agriturismo di soave musica e facendo la fortuna dei proprietari. Nobile l’idea che l’arte possa scuotere il Paese, addirittura mettendo d’accordo persone perbene e camorristi, e assolutamente non banale il finale aperto giocato sulla mano che si poggia sul cambio dell’auto: fuggire e arrendersi all’evidenza o restare e rischiare fino in fondo? Peccato per l’invadenza della voce off del protagonista, soprattutto nell’ultima sequenza: un vizio che il cinema italiano di genere dovrà presto togliersi se vuole tornare a essere grande.
Noi e la Giulia [Italia 2015] REGIA Edoardo Leo.
CAST Edoardo Leo, Claudio Amendola, Luca Argentero, Stefano Fresi, Anna Foglietta.
SCENEGGIATURA Marco Bonini, Edoardo Leo (tratta dal romanzo Giulia 1300 e altri miracoli di Fabio Bartolomei). FOTOGRAFIA Alessandro Pesci. MUSICHE Gianluca Misiti.
Commedia, durata 115 minuti.