SPECIALE MESSICO & CINEMA
Cicatrici
Spezzare il tempo, rompere la cronologia del racconto, intrecciare narrazioni, incrociare passato e presente: è in buona parte per tali “procedimenti” che si sono distinti molti degli script dello sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga, il quale conferma alcune delle proprie poetiche anche nel suo esordio alla regia The Burning Plain – Il confine della solitudine.
Il film narra le vicende apparentemente distanti di una tormentata proprietaria di un ristorante di lusso, di due amanti che muoiono in un incidente domestico sconvolgendo le rispettive famiglie e di un padre e una figlia che vivono in un paese del Messico. I tre episodi sono legati sia dal senso di abbandono e smarrimento dei personaggi, sia da qualcosa di più tangibile e concreto. Nel raccontare e sviluppare il soggetto, l’autore non si limita a incrociare continuamente le diverse storie, ma spezza inoltre la cronologia della seconda, alternando momenti passati a momenti attuali. Questo non deve però far pensare a un’opera dall’intreccio complesso in cui vi è un rompicapo da risolvere; anzi, tutto diventa assolutamente chiaro e comprensibile a circa metà film, in cui si rivela una trama sostanzialmente semplice. Ciò perché l’alternanza tra storie e soprattutto dimensioni temporali non ha tanto e solo uno “scopo” narrativo e di “suspense”, ma anche e soprattutto una funzione semantica: il collegamento tra momenti cronologicamente distanti rende palese la riflessione di Arriaga sull’impossibilità di fuggire dal proprio passato, che ritorna e influenza profondamente il presente tramite impronte psicologiche e fisiche che segnano per sempre l’individuo. Problematiche affrontate anche figurativamente tramite l’espediente delle cicatrici. Nel film, infatti, i personaggi hanno o si producono spesso bruciature, tagli o cuciture. Tutte tracce che portano con loro significati e vissuti diversi (contatto con la morte, depressioni, patti), ma che rappresentano comunemente il tratto indelebile e incancellabile del passato. Il risultato complessivo non è originale, ma è comunque molto solido, grazie soprattutto alle consapevoli scelte del cineasta e all’asciuttezza della messa in scena: se le alternanze citate non sono mai pretenziose e fini a loro stesse poiché giustificate dal senso di fondo, la sobrietà dei toni smorza le potenzialità retoriche del soggetto di partenza. Ma vanno menzionati anche i ritmi adeguati al racconto, l’approfondimento psicologico dei personaggi e le buone performance dei protagonisti, su tutte la malinconica e apparentemente sicura Charlize Theron.
The Burning Plain – Il confine della solitudine [The Burning Plain, USA/Messico 2008] REGIA Guillermo Arriaga.
CAST Charlize Theron, Jennifer Lawrence, Kim Basinger, José María Yazpik, Tessa La.
SCENEGGIATURA Guillermo Arriaga. FOTOGRAFIA Robert Elswit. MUSICHE Omar Rodriguez Lopez, Hans Zimmer.
Drammatico, durata 110 minuti.