SPECIALE MESSICO & CINEMA
Rotta per casa di Dio
Originale come un vero cult movie dev’essere, adorato da John Lennon e Yoko Ono, El topo è un film affascinante e misterioso, a partire dalla figura del protagonista del titolo, interpretato da Jodorowsky stesso.
L’uomo vestito di nero, senza passato come i pistoleri di Clint Eastwood, è una sorta di Cristo assassino in cerca della luce divina, che cita Mosè, suona il flauto e trasforma l’acqua salata in acqua dolce. Un personaggio in evoluzione, attraverso una serie di prove, tra cui gli omicidi dei quattro maestri della pistola nel deserto circolare, fino alla trasformazione in una specie di bonzo, dedito al sacrificio, in coppia con una nana amorevole. Bisogna aspettare quasi diciotto minuti per veder comparire il primo personaggio femminile, la perfida donna che El topo ribattezza Marah, dopo averla salvata dalle grinfie del colonnello. “Chi sei tu per fare giustizia?”, chiede il colonnello prima di essere evirato. “Sono Dio”, risponde El topo, che in seguito viene adorato proprio come una divinità da una comunità di storpi incestuosi, nascosti nelle profondità della terra, proprio come la talpa (“topo”) del titolo. Eva tentatrice, è Marah a convincere El topo ad ammazzare i quattro maestri, promettendogli in cambio il suo amore. Non esita a far fuori, ridendo sguaiatamente, gli assistenti mutilati del primo maestro e poi abbandona El topo per una sconosciuta (poteva mancare la rappresentazione pruriginosa e sadomaso dell’omosessualità? Vedi anche i banditi che molestano i frati). La difficoltà di raccontare la trama del film senza cadere nel ridicolo è una conseguenza della sovrabbondanza di gustose bizzarrie, dall’oscuro simbolismo, di cui El topo pullula, senza perdere potenza visionaria. Per accennarne solo alcune: uomini che parlano con voce di donna e viceversa, menomati di vario tipo, perversioni varie, vecchiacce che stuprano uno schiavo nero con ruggiti metaforici di leoni in voice over. I versi degli animali (pecore, maiali, uccelli) e le musiche, composte da Jodorowsky, sono determinanti nel creare un’atmosfera grottesca o magica, accompagnando le immagini ossessive e allucinate, legate tra loro da un montaggio a volte ellittico. Un delirio ben orchestrato, con un gusto grandguignolesco per le scene sadiche che lo accomuna agli eccessi tutti “latini” della violenza leoniana, pur nella differenza di stile registico.
El topo [Id., Messico 1970] REGIA Alejandro Jodorowsky.
CAST Alejandro Jodorowsky, Brontis Jodorowsky, Mara Lorenzio, Paula Romo, Robert John.
SCENEGGIATURA Alejandro Jodorowsky. FOTOGRAFIA Rafael Corkidi. MUSICHE Alejandro Jodorowsky.
Western, durata 125 minuti.