Quando cultura significa magia
Formula che funziona alla grande non si cambia, semmai si integra. Sintetizzando estremamente, si potrebbero definire così le linee guida artistiche e di contenuto che accomunano questo terzo capitolo col resto della saga museale diretta da Shawn Levy.
Infatti, sebbene lo scaltro escamotage sceneggiatoriale abbia permesso di svolgere gran parte della nuova avventura non solo in un altro museo – il prestigioso British Museum di Londra – ma addirittura in un altro continente, il sequel in realtà è più un ritorno al passato che un balzo verso il futuro, come si evince chiaramente già dalle scene iniziali che ci catapultano nientemeno che nel 1938, cioè ai tempi della campagna archeologica anglo-americana che portò alla luce le meraviglie del tesoro egizio. Indubbiamente l’inedito contesto della novella location europea è stato attentamente scelto sia per dare nuova linfa alla galleria di personaggi storici, che per rendere credibile dal punto di vista geografico-logistico le esigenze di copione, ma il succo della storia sostanzialmente non cambia: dopo aver già rischiato di sparire tra le grinfie degli ex guardiani dell’istituto della Grande Mela, mandati in pensione all’inizio del primo film, la favolosa tavoletta egiziana si sta letteralmente disintegrando a causa di una misteriosa corrosione che minaccia non solo la sua esistenza fisica ma anche i suoi portentosi poteri magici, si rinnova pure il perpetrarsi del risveglio notturno dei reperti animali, antropomorfi e persino inanimati del Museo di storia naturale di New York. Al guardiano Larry non resta che far esaminare la preziosissima stele nientemeno che al regale padre del giovane Ahkmenrah e partire alla volta di Londra, dove la frustrazione personale del celebre Sir Lancillotto rischierà di compromettere per sempre le sorti della sua allegra combriccola di insoliti amici.
Nonostante le molte gustose new entry di personaggi (tra i quali spiccano la spassosa custode inglese interpretata dall’istrionica Rebel Wilson e il cavernicolo Laa, una strampalata versione preistorica del protagonista), i divertenti cammei di prestigiosi attori come Hugh Jackman e le interviste rilasciate dal regista e dallo stesso Stiller dove decantano a gran voce il potere rigeneratore della commedia e della risata, è difficile ignorare non solo la maggior profondità psicologica dei personaggi e delle sottotrame ma in particolar modo il tono melanconico di fondo che permea la nuova pellicola. E anche se nell’universo cinematografico non è mai detta l’ultima parola in fatto di possibili ulteriori sequel, è abbastanza impensabile anche solo cercare qualcuno capace di scaldare i cuori degli spettatori quanto l’insostituibile Robin Williams e il suo amatissimo Teddy Roosevelt.
Una notte al museo 3 – Il mistero del faraone [Night at the Museum – The Secret of the Tomb, USA 2014] REGIA Shawn Levy.
CAST Ben Stiller, Rebel Wilson, Robin Williams, Owen Wilson.
SCENEGGIATURA Robert Ben Garant, David Guion, Michael Handelman, Thomas Lennon. FOTOGRAFIA Guillermo Navarro. MUSICHE Alan Silvestri.
Commedia, durata 97 minuti.