SPECIALE JOHN BELUSHI
Schermaglie di frontiera
Nello stesso anno di Animal House, John Belushi ha esordito sul grande schermo con un paio di parti secondarie. Una di queste è nel western in cadenze di commedia sentimentale Verso il sud, seconda fatica da regista di Jack Nicholson, sei anni dopo l’esordio Yellow e ben dodici prima che l’attore tornasse sul luogo del delitto dirigendo il “sequel” di Chinatown, Il grande inganno.
Belushi è un vicesceriffo d’origine messicana chiassoso e un po’ imbranato, che in coppia col collega interpretato da Christopher Lloyd regala nei pochi momenti in cui è in scena una serie di duetti che rimangono ancora oggi tra le cose più brillanti e vivaci del film. Se Belushi e Lloyd svolgono la classica funzione del comprimario che rimane nella memoria, il film è incentrato soprattutto sul Nicholson interprete, protagonista al quale il Nicholson regista lascia decisamente briglia sciolta, in una scanzonata riproposizione dei suoi personaggi eccessivi e gigioni più tipici. L’attore interpreta un bandito fuggito alla forca solo perché scelto, all’ultimo respiro, come sposo da una affascinante ma anche molto rigida zitella – interpretata dall’efficace Mary Steenburgen, brava a tenere testa – proprietaria di un tunnel che forse potrebbe essere una miniera d’oro. La donna lo mette subito al lavoro nella miniera, ma la sua intenzione di usarlo solo come lavoratore e di non concedergli null’altro che una fredda e posata cortesia verrà messa in discussione da vari eventi. Verso il sud è un film soprattutto d’attori, che vive e si nutre delle interpretazioni dei protagonisti, nonostante non manchi una manciata di gag e di battute riuscite a prescindere. La ben assortita e affiatata coppia di protagonisti dà infatti linfa alle schermaglie, che sembrano guardare i canovacci delle commedie anni Trenta, tra i due sotto molti aspetti opposti caratteri principali: simbolo della libertà e dell’anarchia della frontiera lui (che non a caso sogna di trasferirsi in Messico), simbolo della fredda razionalità capitalista della civiltà lei (che non a caso sogna di trasferirsi a Philadelphia). Anche se quest’ultima considerazione è collaterale e il film non sembra avere particolari pretese di approfondimento e di riflessione sul genere, Verso il sud rimane comunque un esempio abbastanza significativo di come, a partire dalla fine degli anni Settanta, il western stesse sempre più perdendo qualsiasi connotazione romantica ed epica, presenti anche quando attraversate da una criticità e da una malinconia di fondo come nelle opere di pochi anni precedenti dei vari Peckinpah e Penn, passando da epopea a poco più che sfondo scenografico per raccontare altro o per rafforzare altri generi.
Verso il sud [Goin’ South, USA 1978] REGIA Jack Nicholson.
CAST Jack Nicholson, Mary Steenburgen, John Belushi, Christopher Lloyd.
SCENEGGIATURA Al Ramrus, John H.Shaner, Alan Mandel, Charles Shyer. FOTOGRAFIA Nestor Almendros. MUSICHE Perry barkin Jr., Van Dyke Parks.
Commedia/Western, durata 104 minuti.