Altrimenti ci arrabbiamo
Ci sono dei film action, per buona parte asiatici o ispirati al cinema del Sol Levante, che scommettono tutto sull’azione e sulle coreografie degli scontri, così belli che perdoniamo di buon grado le trame schematiche e i personaggi bidimensionali. Qualche esempio sparso: The Raid, Snowpiercer e Pacific Rim.
John Wick somiglia molto a questi film, la storia è a dir poco pretestuosa ma ben congegnata e sufficiente per scatenare la baraonda di arti marziali e sparatorie che sono al cuore della pellicola. Non ci sono cali di ritmo o storie d’amore in John Wick: le botte possono essere condite in salsa drammatica, in salsa comica oppure più action e musicata, ma sempre botte restano. John Wick (Keanu Reeves, minimale come al solito ma efficace) è una sorta di leggenda della malavita, un killer dei killer, è buono e caro ma non bisogna provocarlo. Quando si arrabbia, i cattivi fuggono urlando “oh no, è John Wick!”, poi muoiono in maniera coreografica. Com’è prevedibile, qualcuno gli pesterà i piedi e non c’è bisogno di dire altro sulla trama del film. Questa povertà drammaturgica, che ricorda qualche film con Bud Spencer e Terence Hill, determina anche la singolarità strutturale di John Wick. Il protagonista “buono” è il cacciatore, non la preda, ecco perché John Wick non è un film di suspense ma d’eccitazione, vuole farci provare la sensazione di strapotere di un killer implacabile e dal conto in banca infinito. Il protagonista è l’esatto opposto dell’underdog. È uno spaccone, ha tutte le amicizie giuste e viaggia solamente in macchine di lusso. È inevitabile una certa patina, non fastidiosa, anzi. Quasi tutte le scene sono musicate e la fotografia si caratterizza per un certo manierismo, per la scelta di un’illuminazione monocromatica o a due colori dominanti. Non mancano le obbligatorie inquadrature della metropoli dall’alto, i cattivi che sparano male e parlano russo (basta questo a farceli identificare come antagonisti ma va bene, i film d’azione richiedono sintesi) e una ricca compilation di musiche da discoteca. Qualcuno li chiamerebbe luoghi comuni, ma nel caso di John Wick si può parlare di “ingredienti giusti” perché l’insieme funziona senza intoppi e nel segno di un’economia narrativa estrema quanto raffinata. L’azione è sempre motivata dal meccanismo narrativo e quindi non sembra mai arbitraria. Insomma, John Wick è un buon trampolino per il ritorno di Keanu Reeves che ultimamente non stava azzeccando un film, speriamo che non rimanga un caso isolato.
John Wick [Id., USA/Canada/Cina 2014] REGIA Chad Stahelski.
CAST Keanu Reeves, Michael Nyqvist, Alfie Allen, Willem Dafoe, Adrianne Palicki.
SCENEGGIATURA Derek Kolstad. FOTOGRAFIA Jonathan Sela. MUSICHE Tyler Bates, Joel J. Richard.
Thriller/Azione, durata 101 minuti.