It’s weirdo time
Due presentatori radiofonici creano il podcast notseeparty.com, incentrato sulla messa in ridicolo dei protagonisti di epic fail virali. Per intervistare uno di questi weirdo, Wallace si reca in Canada dove finirà per entrare in contatto con un uomo ossessionato dai trichechi e con molte storie da raccontare.
Sparito dalla circolazione, il collega e la ragazza si mettono sulle sue tracce in compagnia di uno strano detective. Definire un film come Tusk può essere molto problematico: è allucinante, nel senso etimologico del termine; è irriverente per la vena di comicità nera che lo percorre; è girato con mezzi potenti, maggiori senz’altro della sua effettiva portata artistica. Il risultato di tutte le sue componenti è un film che un po’ disturba e un po’ attrae e che, come in una sorta di mise en abîme, lascia che gli spettatori ridicolizzino i personaggi che vedono. Le atmosfere, i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi cercano di costruire una sensazione di realtà in cui muoversi a contatto con tutti gli “strambi” presenti. Se da un lato alcuni di essi sono estremizzati, come Johnny Depp e Michael Parks, dall’altro lato alla fine del film sono i personaggi più mediani a rivelarsi ancora più weird. Una ragazza che non riesce a liberarsi da un giogo relazionale, un ragazzo che ride degli altri ma non riesce a prendere un aereo e un altro che non arriva a prendere sul serio neanche i più basilari sentimenti umani: gli appassionati della vita quotidiana in fondo risultano essere le personalità più intricate in cui scavare. Haley Joel Osment ha ritrovato lo smalto del bambino prodigio, diventando la rappresentazione della normalità e dell’autoironia sullo schermo: come già in The Spoils of Babylon, si è avvicinato ad un nuovo campo di applicazione che gli rende giustizia. Tutti gli interpreti si dimostrano comunque all’altezza della situazione, dando ancora più sfaccettature al prodotto finale. Così, infatti, il film diventa un concentrato di episodi di amicizia e di allusioni in bilico tra la genialità e la demenzialità. Tusk è il primo film della trilogia True North Trilogy ideata da Kevin Smith, già dietro i microfoni dello Smodcast. Il film ha già girato Festival come Toronto e Roma, permettendo di arrivare ad un pubblico ben più vasto di quello del podcast originario. La sensazione generale è che il film sia a tratti sopravvalutato e a tratti ben riuscito, di sicuro degno di una serata in compagnia senza impegno. L’effetto disturbante e di sofisticazione estetica arriveranno dopo.
Tusk [id., USA 2014] REGIA Kevin Smith.
CAST Michael Parks, Justin Long, Haley Joel Osment, Génesis Rodriguez, Johnny Depp.
SCENEGGIATURA Kevin Smith. FOTOGRAFIA James Laxton. MUSICHE Christopher Drake.
Commedia/Thriller, durata 102 minuti.