26° Trieste Film Festival, 16 – 22 gennaio 2015, Trieste
Sapore d’altri tempi
È un legame da sempre profondo quello che lega Trieste alla Settima Arte. Un rapporto sempre più simbiotico che negli ultimi tempi si è andato rafforzando ancora di più grazie alla volontà di grandi registi di scegliere il capoluogo giuliano come set cinematografico per le loro opere.
L’ultimo è stato niente meno che Salvatores con il suo Il ragazzo invisibile. Il ricco programma della 26a edizione del Trieste Film Festival non solo ribadisce questi intenti ma anzi palesa una volontà di migliorare ancora ulteriormente la già estremamente ricca vetrina sul cinema dell’Europa Centro Orientale che si era intravista negli anni passati. L’apertura della manifestazione di quest’anno infatti è stata affidata ad un’opera ambiziosa e raffinata firmata dalla Vera Glagoleva, cineasta e attrice molto nota in Russia nonché membro della European Film Academy, che ha personalmente presentato in anteprima internazionale la propria recente creatura cinematografica alla gremita platea della sala Tripcovich. Poco importa se il folto pubblico è stato richiamato dal nome del celebre attore britannico che spicca nel cast internazionale (Ralph Fiennes) o dalla curiosità di assistere alla trasposizione cinematografica di uno degli scritti più autobiografici e riusciti di Turgenev, perché già dalle scene iniziali di Due donne s’intuisce la grandezza d’intenti artistici e comunicativi della regia: discostarsi dalla predominanza aggressiva degli effetti speciali che caratterizzano gran parte della cinematografia contemporanea per affidarsi invece ad elementi più tradizionali quali luce naturale degli estivi paesaggi campestri russi e la magnificenza dell’architettura di fine Ottocento per parlare della decadenza sociale e spirituale dell’animo umano. Attraverso gli occhi attenti di un acuto osservatore come Mikhail Rakitin, appena rientrato da un viaggio all’estero ma segretamente innamorato da tempo di Natalya Pertrovna – la moglie del suo migliore amico – assistiamo al turbinio psicologico ed emotivo causato dall’arrivo in casa Islaeva del giovane avvenente insegnante ingaggiato per educare il bimbo dei padroni. La fresca spensieratezza quasi ribelle nei confronti della società e della vita di Alexei farà capitolare sia Natalya che la sua giovane pupilla Vera finendo ben presto per minare l’equilibrio interpersonale e familiare. Voluto fortemente dalla Glagoleva, Fiennes qui incarna la figura dell’amico fidato e corretto in tutto e per tutto, che pone il rispetto per l’integrità della sua musa e per l’amicizia sopra ogni cosa e quindi non cede alla bramosia. A detta della regista l’emblema della correttezza spirituale e di tutti quei valori dettati dalla coscienza che nella contemporaneità sono stati messi un po’ troppo in disparte a favore di altri tipologie di consiglieri virtuali e mediatici che ricerchiamo sempre più al di fuori di noi stessi. La bella fotografia ottenuta anche mediante la camera mobile riesce poi a seguire ogni palpito del cuore dei protagonisti amplificandolo ed esemplificandolo visivamente con la grazia evanescente dell’incantevole campagna russa, così mutevole proprio perché molto sensibile ai minimi cambiamenti meteorologici.
Due donne [Dve Žensciny, Russia 2014] REGIA Vera Glagoleva.
CAST Ralph Fiennes, Anna Astrachanceva, Anna Levanova, Nikita Volkov.
SCENEGGIATURA Svetlana Grudovich, Olga Pogodina (ispirata alla pièce teatrale Un mese in campagna di Ivan Turgenev). FOTOGRAFIA Gints Berzins. MUSICHE John Barry.
Commedia/Drammatico, durata 94 minuti.