La lunga notte dei guerrieri
New York, 1979, notte fonda. Ordinata una tregua negli scontri tra bande e indetto un raduno generale nel Bronx, Cyrus – leader carismatico di una delle gang cittadine più potenti di New York, i Riffs – illustra alle rappresentanze presenti il suo progetto di formare un grande popolo delle gang che si possa opporre alle forze di polizia e riprendere la città.
Le parole di Cyrus infiammano gli animi dei migliaia di giovani accorsi disarmati e ora pacificamente seduti accanto ad un membro di una banda rivale: esercito di moderni cowboy metropolitani, coraggiosi e fieri combattenti in una New York senza legge. Tra loro ci sono anche i Guerrieri, capelli lunghi e ribelli, torso nudo e gilet in pelle, gang geograficamente legata al controllo di Coney Island. A vederle lì, tutte radunate intorno a Cyrus, le armate della notte newyorkesi sono colorate, multietniche, affascinanti, e per un attimo, anche la notte di New York sembra fare meno paura. D’improvviso però i riflettori si accendono sulla folla, Cyrus è appena stato assassinato dal capo dei Rogues, la polizia irrompe, e nella confusione ad essere accusati dell’omicidio sono proprio i Guerrieri, ai quali non resta che fuggire e raggiungere, al più presto, il proprio territorio. È a questo punto che I guerrieri della notte, terzo lungometraggio di Walter Hill – più di quarant’anni di carriera da regista, sceneggiatore e produttore – diventa incalzante corsa contro il tempo, sopra e sotto, dentro e fuori lo spazio urbano: ponti e tunnel metropolitani, parchi ed edifici abbandonati. Violento ring da combattimento, la New York delineata da Hill è un gigantesco e cupo labirinto infestato da pericoli, crudele deserto metropolitano segnato da profonde disuguaglianze sociali, dove la massima aspirazione è sopravvivere, e il giorno sembra non arrivare mai. E allora anche quella -inizialmente vivace- mescolanza di volti dipinti, capigliature di ogni sorta e costumi variegati, in una New York che adesso è un incubo, assume ben altri connotati. Visti a piccoli gruppi, tra le rovine di un paesaggio urbano degradato e disabitato, questi giovani (i Baseball Furies, le Lizzies, gli Orphans, i Turnbull AC’s, per ricordarne solo alcuni) divengono inquietanti eredi dei kubrickiani Drughi, e New York allucinante distopia di un futuro ancora possibile. Ispirato al romanzo omonimo di Soul Yuric, trasposizione metropolitana dell’Anabasi di Senofonte, il film del regista di Long Beach conferma il suo smalto e la sua poderosa energia. Classico nella solidità strutturale, originale e irripetibile amalgama di generi – horror, western, film d’azione metropolitano, musical, asciutto e visivamente forte. Tutto si svolge in poche ore, scandito da una colonna sonora perfetta, e avvolto da una fotografia livida che non mette a tacere il disperato ritorno a casa dei Guerrieri. Anche se giustizia è stata fatta, e il sole è già alto su Coney Island.
I guerrieri della notte [The Warriors, USA 1979] REGIA Walter Hill.
CAST Dorsey Wright, Michael Beck, James Remar, Terry Michos, David Harris, Thomas G. Waites.
SCENEGGIATURA David Shaber, Walter Hill. FOTOGRAFIA Andrew Laszlo. MUSICHE Barry De Vorzon.
Drammatico, durata 92 minuti.