Teenage wasteland
Quadrophenia è un “film musicale” ma non è un musical. A dire il vero, le canzoni dei The Who offrono alla storia del giovane Jimmy un commento superfluo e a tratti invadente, apprezzabile solamente per la qualità intrinseca dei loro brani.
Siamo a Londra nei primi anni ’60 e Jimmy frequenta una banda di mod, ragazzi dall’abbigliamento piuttosto elegante che ascoltano il beat inglese e scorrazzano sulle loro motorette italiane. Gli arcinemici dei mod sono i rocker, centauri vestiti di pelle che amano il rock n’ roll classico d’oltre mare. Il conflitto tra bande sembra essere puramente di costume, privo di radici importanti e apolitico, proprio come la ribellione generazionale di Jimmy, ragazzetto tutto pelle e ossa che passa le nottate dividendosi tra droga e ragazze. Simbolo del malessere esistenziale della prima generazione ad aver conosciuto solamente il benessere, Jimmy è un ragazzo contraddittorio e per questo così rappresentativo. La sua voglia di fare a pezzi la società non ha connotazioni politiche ma solamente esistenziali, proprio come le esibizioni distruttive della band londinese che firma la colonna sonora del film. È impossibile non constatare come il mondo dei giovani non sia cambiato di una virgola, in ciò Quadrophenia è un racconto attualissimo. Tuttavia, quella di Frank Roddam è una pellicola “complice” col mondo dei mod perché è a questa cultura che appartiene la musica dei The Who. Il film è un inno fuori tempo alla cultura mod, che non si risparmia di mostrarne la vacuità e le contraddizioni interne, ma sempre in maniera ammiccante e velatamente nostalgica per un’epoca differente eppure piena di analogie col movimento punk, che nel ’79 si stava già consumando e mischiando con la new wave. Quest’ultima è rappresentata da Sting in uno dei suoi ruoli meno appariscenti e, forse proprio per questo, più riusciti. L’estetica del film è superficiale, ma in maniera deliberata, l’immagine è grezza e piena di inquadrature a mano. I giovani mod parlano poco e si mangiano le parole, pensano a sballarsi più che ad altro e vivono in una dimensione di ripetitività semi-annoiata. Quadrophenia sarebbe un film notevolmente moderno se non fosse per il commento musicale che alleggerisce il tutto e riporta la narrazione nella dimensione pop, più congeniale al gruppo di musicisti/produttori inglesi. La ribellione di Jimmy segue una parabola semplice che lo porterà a mettere in dubbio le autorità, la famiglia, il lavoro, i sessi e, infine, il suo stesso gruppo di amici. Non sarà la violenza della “battaglia di Brighton” a farlo tornare sui suoi passi e nemmeno il pestaggio di un suo pacifico conoscente rocker, ma piuttosto la progressiva scoperta che le ipocrisie e i compromessi del “mondo dei grandi” si applicano anche a quello dei mod. È una sorta di romanzo di formazione? Probabilmente no, perché Quadrophenia non ci offre alcuna conciliazione. I gruppetti si sciolgono ma la lotta continua, proprio come la carriera dei The Who.
Quadrophenia [Id., Gran Bretagna 1979] REGIA Franc Roddam.
CAST Phil Daniels, Leslie Ash, Philip Davis, Mark Wingett, Sting, Ray Winestone.
SCENEGGIATURA Dave Humphries, Martin Stellman, Franc Roddam. FOTOGRAFIA Brian Tufano. MUSICHE The Who.
Drammatico/Musicale, durata 117 minuti.