SPECIALE DEMENZIALITÀ U.S.A.
Piace a troppi, ma a vincere è uno solo
Occhi azzurri, capelli biondi, gran sorriso e fisico da capogiro: questa è Mary, la bella della scuola. Pensiamo al politically correct: ne siamo lontani. Ai cliché di genere: scordiamoceli. Ai classici protagonisti delle commedie romantiche: nulla a che fare rispetto a quelli di una delle più celebri e demenziali pellicole di Bobby e Peter Farrelly, Tutti pazzi per Mary.
I registi hanno dimostrato fin dagli esordi di non aver paura di essere surreali, un po’ imbecilli e dissacranti. Al contrario, la loro scelta è quella di mettere le mani in pasta, affondandole in vizi e fragilità, inserite poi in gag rimaste nella storia del cinema. Una delle più potenti è quella del bagno, locus “criminalis”, in cui Ted incastra lo scroto nella cerniera dei pantaloni, assieme a quella in cui Mary lucida il ciuffo dei suoi capelli con un atipico “gel”. Al centro c’è un gioco divertente e liberatorio da cui fuoriesce il peggio di noi: valori smontati, comportamenti sbagliati, scorrettezze (il cane ipereccitato e ingessato) e mancanza di rispetto (le cattiverie verso il fratello di Mary, portatore di handicap) e in tutto questo il politicamente scorretto (la masturbazione), creatore di grassa risata e boccata d’aria fresca in un’epoca in cui la filmografia statunitense era stata ingabbiata e strozzata. I Farrelly prendono stilemi cari alla commedia romantica – l’amore impossibile e disperato, il destino che si beffa degli innamorati – e li mettono in lavatrice, centrifugandoli o restringendoli. Proprio questa è la mossa vincente. Giova alla riuscita dell’universo diegetico il lavoro sui personaggi, che da una parte smitizza il ruolo di Mary che piace a tutti, forse a troppi, e non solo per la sua avvenenza (simpatica, dolce, angelo custode del fratello), e dall’altra infarcisce di valori positivi un loser – in stato di grazia Stiller, di cui apprezziamo la lunare delicatezza. A lei piacciono gli apparecchi ai denti, gli sfigati, e infatti avrebbe voluto andare al ballo proprio con Ted che è rimasto fermo a quella celebre serata mai avvenuta, e, dopo anni, ingaggia un investigatore – che perde la testa per Mary – per ritrovarla. Gli autori inanellano una serie di esilaranti scene di sfrontatezza e spudoratezza, che mostrano ciò che siamo e desideriamo e lo fanno con freschezza e leggerezza. C’è il sesso e noi ne ridiamo grazie ai personaggi, animali desideranti e desiderosi, alcuni priapi impenitenti, altri onanisti per necessità, e, perno di tutto, è Mary che diverte, eccita, conquista e fa innamorare, facendolo a suo volta liberamente. Tutti pazzi per Mary solleva da una brutta giornata, ha una comicità moderna e vivace che non teme di solleticare l’unico animale con il senso dell’umorismo.
Tutti pazzi per Mary [There’s Something About Mary, USA 1998] REGIA Bobby Farrelly, Peter Farrelly.
CAST Cameron Diaz, Ben Stiller, Matt Dillon, Lee Evans, Chris Elliot.
SCENEGGIATURA Ed Decter, John J. Strauss, Bobby Farrelly, Peter Farrelly. FOTOGRAFIA Mark Irwin. MONTAGGIO Christopher Greenbury.
Commedia, durata 119 minuti.