32° Torino Film Festival, 21-29 novembre 2014, Torino
Western dialettico
Tra i generi cinematografici, il western è forse il più conflittuale, in quanto vede nel duello – che sia tra indiani e cowboy o tra sceriffi e fuorilegge – una delle sue fasi narrative più importanti e caratterizzanti.
Tutto per raccontare e mitizzare la nascita della società statunitense, spinta nel violento contrasto tra civilizzazione e arretratezza. Pur avendo pochi duelli e poco enfatizzati, anche The Homesman di Tommy Lee Jones s’inserisce in questo discorso, poiché si basa su dialettiche incessanti, sottolineate da diversi elementi narrativi e figurativi. La vicenda è ambientata nei territori aridi del Nebraska e ha come protagonista Mary, un’allevatrice che deve accompagnare tre donne impazzite fino all’Iowa, dove una comunità cristiana si occuperà di loro. Mary verrà aiutata da George Briggs, un furfante disposto a tutto pur di guadagnare qualche dollaro. In questo western vi è indubbiamente uno scontro tra la costruzione di un ordine sociale e la sua assenza, conflitto rappresentato anche dai due protagonisti. Se Mary cerca di fondare una famiglia ed è rispettosa dei riti e delle regole della comunità, Briggs non considera le usanze altrui e rifiuta nettamente di legarsi a luoghi e persone. Una dialettica complessiva sottolineata anche dalle location, costituite principalmente da tre territori: il Nebraska in via di civilizzazione ma ancora arretrato; il deserto più pericoloso e selvaggio; la cittadina verde e accogliente. Spazi – soprattutto i primi due – raffigurati benissimo dalla regia e dalla fotografia, che attraverso dei campi lunghi e delle luci molto curate rendono a pieno l’allucinante desolazione di quei luoghi. Nel film vi è però un’ulteriore dialettica, collegata alla precedente, ma più astratta e universale: quella tra umanità e aridità, tra responsabilità ed egoismo. Uno scontro che va al di là del rapporto tra organizzazione e disordine sociale, ma che piuttosto vede al centro l’individuo e il suo presente o assente senso morale. Non è un caso che tale conflitto non si manifesti tanto e solo nei due protagonisti e nei luoghi spesso duri che attraversano (dove indifferenza e cinismo sono talvolta necessari), quanto nelle figure secondarie e negli ambienti apparentemente più civili e istituzionalizzati, dove i rapporti di forza e il puro egoismo prevalgono nonostante siano combattuti, si pensi per esempio alle sequenze dell’albergo e delle violenze domestiche.
Tommy Lee Jones firma così un film al tempo stesso cinico e morale, dove la crudeltà della nascente società americana e l’etica di alcuni individui si rapportano in un western dai pochi duelli ma dalle tante dialettiche.
The Homesman [Id., USA 2014] REGIA Tommy Lee Jones.
CAST Tommy Lee Jones, Hilary Swank, David Dencik, Grace Gummer, John Lithgow, Blake Nelson.
SCENEGGIATURA Tommy Lee Jones, Kieran Fitzgerald, Wesley Oliver. FOTOGRAFIA Rodrigo Prieto. MUSICHE Marco Beltrami.
Western, durata 122 minuti.