32° Torino Film Festival, 21-29 novembre 2014, Torino
SPECIALE 32° TORINO FILM FESTIVAL
Un successo assicurato
Debra Granik presenta Stray Dog nella sezione Festa Mobile del 32° TFF. Il documentario narra la quotidianità di Ron “Stray Dog” Hall, un centauro veterano di guerra che vive tra le contraddizioni di un patriota aperto all’umanità nel suo senso più ampio.
Il matrimonio con una donna messicana, l’accoglienza dei suoi due figli adolescenti, le lunghe traversate in moto della nazione per raggiungere monumenti e luoghi dedicati agli eroi di guerra, la gestione dell’area di sosta di cui “Cane Randagio” è proprietario: tutti questi aspetti si intrecciano quotidianamente. Debra Granik rispetta alla perfezione grammatica cinematografica e retorica oratoria in modo tale da formare un prodotto che regge per tutta la sua durata. Ad essere ben equilibrati sono i diversi argomenti trattati, ma anche i dialoghi colti dal montaggio e i gradi cromatici delle inquadrature.
A giocare in parte contro Stray Dog è il fatto che i numerosi argomenti accennati (oltre a quelli solo visibili in controluce) non sono mai approfonditi, per questioni di tempo e fluidità. Il risultato è che l’immagine complessiva è molto efficace ma a tratti didattica e superficiale. Il personaggio, poi, parla da solo sia per quanto riguarda le sue difficoltà esistenziali sia per l’appeal esercitato sul pubblico. In altre parole, la sensazione è che la Granik avrebbe potuto rischiare un po’ di più, portando sullo schermo il graffio che caratterizzava Winter’s Bone. Questo non toglie comunque che il documentario sia un film accattivante, divertente ma mai fuori luogo. Soprattutto è interessante l’emergere delle contraddizioni intrinseche ad uno stile di vita come quello del protagonista, un veterano in lotta prima di tutto con se stesso e con il suo Paese. Come sostiene Stray Dog stesso, il suo vagare al di fuori della patria è dovuto ad una sorta di schizofrenia che, mentre elogia l’identità nazionale, denigra i combattenti del Vietnam, al contrario di quelli di Corea. Opinione pubblica e immaginario collettivo, con la loro flessibilità, hanno decretato molte decisioni del protagonista nel corso degli anni. La parte forse più interessante del lavoro della Granik è stata mostrare la prospettiva “a posteriori” di un uomo che guarda al suo Paese e alla sua vita con gli occhi di chi si accorge della divergenza di visione tra chi agisce e chi guarda. Senza comunque perdere il senso del discutibile eroismo dei soldati delle guerre passate, la Granik offre un ritratto simpatico e toccante, senza arrischiarsi troppo in campi polemici. Esteticamente eccellente, nematicamente interessante, registicamente poco ardito (anche in funzione di un personaggio che è difficile non amare): così si potrebbe riassumere Stray Dog.
Stray Dog [id., USA 2014] REGIA Debra Granik.
CAST Ron “Stray Dog” Hall, Alicia Soriano Hall.
SCENEGGIATURA Debra Granik. FOTOGRAFIA Eric Phillips-Horst. MUSICHE Marideth Sisco.
Documentario, durata 98 minuti.