32° Torino Film Festival, 21-29 novembre 2014, Torino
L’amore sconfigge la morte
Presentato nella sezione “After Hours”, tra le numerose proposte del festival torinese dichiaratamente di genere, Life After Beth è apparsa come una delle più coerenti e solide, e delle più oneste, nel rapportarsi con i canoni di riferimento.
Allo stesso tempo conscio della “tradizione” senza però apparire banale e risaputo, il film di Jeff Baena, al suo esordio alla regia, risulta innanzitutto estremamente divertente, spiccando così nel sottogenere “commedia zombi” che ha preso piede (con buona pace del pubblico italiano al quale le politiche distributive hanno ostracizzato questo filone) negli ultimi dieci anni. L’amore può sconfiggere la morte, hanno scritto molti poeti più o meno bravi; è quello che avrà pensato il giovane Zach quando la sua ragazza, deceduta il giorno prima, ritorna in vita come se nulla fosse stato. Passato l’iniziale stupore del protagonista, i due riprendono la relazione, ma presto la natura di morta vivente della ragazza inizia a creare i problemi che si possono ben immaginare, anche perché è la prima di un ritorno in massa dei morti, inconsapevoli del loro stato. La colonna vertebrale dell’opera è proprio la relazione tra i due giovani, che presenta le stesse problematiche di un qualsiasi rapporto d’amore post-adolescenziale; così l’impianto da commedia horror si mischia con quello da commedia sentimentale, farsesca e ironica. L’altro punto di forza, motore delle gag, è il fatto che i ritornanti, inizialmente, non si rendono conto di essere morti e si comportano come se il loro funerale non ci fosse mai stato (indimenticabile, per esempio, la sequenza col nonno e i vecchi proprietari della casa in cui vive la famiglia del protagonista). In un sagace equilibrio tra sketch visivi e comicità di parola, mischiando demenziale, screwball e dialoghi vicini alla tradizione della comicità ebraico/americana, Baena interiorizza e sfrutta al massimo la lezione dei maestri in materia John Landis e Joe Dante, non dimenticando l’apporto dell’ormai classico del genere L’alba dei morti dementi di Edgar Wright, senza però farsi travolgere da questi modelli. Senza particolari pretese che non siano quelle di far ridere – contenendo però quella dose di carica eversiva di per sé insita nel comico, e raccontando comunque della rielaborazione di un lutto – Life After Beth centra in pieno l’obiettivo, anche perché cerca l’originalità nell’efficacia delle singole gag piuttosto che nel voler sorprendere a livello stilistico: la regia, perfetta nel gestire i tempi comici e a sfruttare gli ambienti e la profondità di campo, è umile e strumentale, senza fronzoli; e anche per questo il film funziona alla grande.
Life After Beth [id., USA 2014] REGIA Jeff Baena.
CAST Dane DeHaan, Audrey Plaza, Anna Kendrick, John C. Reilly, Matthew G.Gubler, Cheryl Hines.
SCENEGGIATURA Jeff Baena. FOTOGRAFIA Jay Hunter.
Commedia/Horror, durata 91 minuti.