Elvira Notari e le altre…
La Donna è una miriade di tessere; difficile che tutte combacino perfettamente. C’è ancora uno sguardo paternalistico quando una donna sceglie di entrare in un mondo che nell’immaginario collettivo è maschile, una sorta di accettazione da parte del maschio nel suo club “fallocratico e fallocentrico”.
Quante registe ci sono oggi in Italia? Su 100 registi, solo 7 sono donne, situazione che si ripropone in molti altri ruoli di potere (12 su 100); con questo funereo incipit Diana Dell’Erba apre la sua opera prima, Registe – Dialogando su una lametta, in cui parla di questo e di molto altro, partendo dal ricordo di Elvira Notari/Maria de Medeiros, prima donna che ha svolto questo lavoro. Quella della giovane cineasta è una lettera aperta che racconta lo stato delle cose dall’inizio a oggi, un’intervista a critiche cinematografiche – unico uomo Gian Luigi Rondi, – e a registe che sono riuscite a realizzare il loro sogno. A metà tra finzione e documentario, Registe si snoda tra interviste, immagini di set e di film, per dar volto alla Regista – simbolo di altre situazioni lavorative e di chi è in grado di dirigere la propria vita – che conduce, costruisce, dà forma alle idee. Ma è chiaro che di base c’è l’annoso problema della differenza (uomo/donna): è difficile accettare una donna al comando. Prendendo in prestito una delle opere di Simone de Beauvoir questo sembra, o almeno risulta essere ancora in molti casi, Il secondo sesso ma anche L’eunuco femmina di Germaine Greer, perché queste donne hanno raggiunto ciò che volevano. Chi con dura rassegnazione e accettazione (Francesca Archibugi), chi con forza combattiva (Wilma Labate), chi con conoscenza “storica” (Giada Colagrande), chi sostenuta dal pubblico (Cinzia Th Torrini) e chi dal nome (Maria Sole Tognazzi e Francesca Comencini), tutte sono arrivate combattendo e producendo. È evidente, sottolinea Alina Marazzi, c’è una certa cecità nell’analisi dei loro percorsi artistici, dovuta alla scarsità in Italia dei women’s studies: le donne alla regia restano casi sporadici, interessanti, speciali esempi, non supportati però da uno studio sociale, culturale, di genere. La Dell’Erba sviluppa su pellicola l’idea che aveva realizzato nella sua tesi di laurea di stampo sociologico, facendosi strada nella vita di queste “sorelle”, scelte per sguardo e punto di vista, facendo così una radiografia di un mondo che resta prepotentemente “sessualizzato”, caratterizzato da peli, barba e pene. Emergono problemi che paradossalmente e drammaticamente erano presenti anche negli anni ’60, si parla ancora di fiducia, autorità e autorevolezza, cioè ha più credibilità un uomo che una donna. Registe è un buono spunto di analisi, che forse non affonda la lametta presente nel titolo, ma che esprime perfettamente la bellezza della differenza.
Registe – Dialogando su una lametta [Italia 2014] REGIA Diana Dell’Erba.
CAST Maria de Medeiros, Eugenio Allegri, Lina Wertmüller, Cecilia Mangini, Wilma Labate, Roberta Torre, Francesca Comencini, Francesca Archibugi, Cinzia Th Torrini, Giada Colagrande, Ilaria Borrelli, Antonietta de Lillo.
SCENEGGIATURA Diana Dell’Erba. FOTOGRAFIA Alvise Pasquali. MUSICHE Giulio Castagnoli.
Documentario, durata 76 minuti.