adidas nmd city sock adidas nmd city sock adidas nmd city sock gum pack release date info adidas NMD R1 Trail adidas nmd city sock gum soles adidas nmd city sock gum pack adidas nmd city sock nmd city sock primeknit core blacklush blue adidas nmd city sock black gum where to buy adidas nmd city sock winter wool adidas nmd city sock primeknit s79150 core black adidas nmd city sock core black adidas nmd primeknit city sock black adidas nmd city sock core black lush blue release date adidas NMD R1 PK adidas nmd chukka receives og colorway NMD City Sock PK adidas nmd chukka 2 adidas NMD R1 Triple Black comparing og adidas nmd r1 nmd chukka

In questo numero

Adieu au langage – Addio al linguaggio

sabato 22 Novembre, 2014 | di Stefano Lalla
Adieu au langage – Addio al linguaggio
In sala
0
Voto autore:

SPECIALE JEAN-LUC GODARD
Il vecchio e il nuovo
Diciamo subito che Addio al linguaggio è un film difficile nei contenuti e, soprattutto, nella forma. Il cinema di Godard, che sembrava aver raggiunto un picco di inaccessibilità in Weekend, ha continuato a divenire sempre più complesso e stratificato, tanto che la sua produzione post ’67 è poco ricordata persino dagli appassionati.

Da un punto di vista tematico sia Addio al linguaggio che il precedente Film Socialisme sono così impenetrabili che l’unica chiave di lettura sembra essere il corpus di opere precedenti, sul quale le analisi abbondano. L’ultimo film è un po’ più accessibile rispetto a Socialisme per via della sperimentazione tecnica sul 3D,mediacritica_addio_al_linguaggio2a che ha fatto molto parlare. C’è, quindi, un problema interpretativo: i film di Godard sono difficili perché pieni di citazioni, riflessioni divaganti e divisioni in capitoli che ci chiedono di riflettere sul linguaggio. Poi c’è il problema stilistico: non bisogna farsi spaventare dall’abbondanza di parole, lo stile di Godard non richiede analisi e non va “capito” perché agisce comunque in modo semplice e inconscio. Insomma, Godard è allo stesso tempo molto difficile e molto semplice, così anche il suo ultimo film. Addio al linguaggio pedina una coppia di amanti che s’incontrano, viaggiano e litigano, sempre osservati da un cane che diventerà presto lo spunto per altre divagazioni. Quando si allontanano, la videocamera si sdoppia e possiamo decidere che personaggio seguire chiudendo un occhio oppure l’altro (accade un paio di volte). L’uso della stereoscopia per creare due immagini diverse e disgiunte è un’idea semplice e se non l‘avesse introdotta Godard, lo avrebbe fatto qualcun altro molto presto, ma il fatto che la tecnica sia comparsa così tardi è sintomo di un 3D che fino a ora è stato sfruttato in maniera poco fantasiosa. Al di là della trovata, c’è tutto il solito senso dell’umorismo godardiano, cinefilo e linguistico ma in questo caso abbastanza accessibile. Il film è praticamente in 2D, a parte qualche elemento a bordo campo che sporge in maniera esagerata dall’inquadratura. I sottotitoli sono inaccurati, rapidissimi e resi in un 3D che fa male agli occhi. Godard prende dei rischi che altri filmmaker non prenderebbero, ma è normale che sia così, è ciò che mi aspetto quando vado a vedere un suo film: che ci sia almeno del coraggio, giacché negli ultimi anni ha rinunciato alla cura formale (che abbondava nei suoi film più “classici”). La fotografia è praticamente inesistente all’infuori di poche inquadrature circoscritte ma il montaggio è quello del Godard più classico: discontinuo e frustrante perché teso a uccidere ogni climax sul nascere, un modo di fare che diventa evidente ogni volta che tronca la musica per farci sentire improvvisamente il silenzio. È l’opposto diametrale del montaggio invisibile, una tecnica che infastidisce e quindi chiama lo spettatore alla riflessione. Ciò dimostra che al cuore il suo cinema è rimasto lo stesso, nonostante gli ottant’anni suonati e l’introduzione di una terza dimensione.

Adieu au langage – Addio al linguaggio [Adieu au langage, Francia 2014] REGIA Jean-Luc Godard.
CAST Héloise Godet, Kamel Abdeli, Richard Chevallier, Zoé Bruneau.
SCENEGGIATURA Jean-Luc Godard. FOTOGRAFIA Fabrice Aragno. MUSICHE Phill Zagajewski.
Drammatico, 70 minuti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

adidas yeezy boost 350 turtle dove transcends sneakers adidas yeezy 350 boost turtle dove restock re release adidas yeezy 350 boost black release date yeezy 350 boost low yeezy boost 350 pirate black yeezy boost 350 low adidas yeezy boost 350 v2 black white yeezy boost 350 moonrock adidas yeezy 350 boost moonrock release date moonrock yeezy 350 boost legit real fake on foot look adidas yeezy boost 350 oxford tan adidas yeezy boost 350 v2 zebra another look adidas yeezy boost 350 oxford tan even more images yeezy 350 moonrock release date adidas yeezy 350 boost black adidas yeezy 350 boost low heres where you can cop the black adidas yeezy 350 boost low adidas yeezy 350 boost low adidas yeezy 350 boost 10 reasons why the adidas yeezy 350 boost will sell out instantly