Archivio Aperto, 17 ottobre-29 novembre 2014, Bologna
Sguardo in Super8
Il cineasta olandese Jaap Pieters è stato l’ospite internazionale dell’edizione 2014 di Archivio Aperto. L’artista ha portato a Bologna la sua poetica estrema, concretizzata nella mancanza di rapporto con quasivoglia supporto digitale e nella “sportina” piena di Super8 che lo ha accompagnato.
L’occhio di Amsterdam è il titolo della serata che ha visto protagonisti, per la prima volta in Italia, alcuni dei tantissimi film di questo filmmaker attivo dalla metà degli anni Ottanta. Appositamente assemblato per l’occasione, il programma composto di sedici film, perlopiù brevi o brevissimi, ha restituito la poliedricità dello sguardo del cineasta su un’ampia varietà di soggetti: particolari curiosi o incomprensibili, movimenti, fenomeni naturali, personaggi insoliti. L’occhio di Jaap si posa sugli spazi urbani e i suoi abitanti, su contraddizioni e scorci misteriosi, oppure astrae singoli movimenti e oggetti fino a renderli mondi a sé stanti. Impressionante Schone Uitzichen (Vista limpida), che riprendendo una ragazza che lava i vetri letteralmente appesa fuori dalla finestra di un palazzo di svariati piani senza alcuna protezione è anche una constatazione sulle condizioni di lavoro di queste donne; dall’osservazione dalla finestra di ciò che capita nella strada di Jaap emergono invece le abitudini dei senzatetto (Jimmy’s Ballet, Dewinkelwagenman) o di semplici passanti; d’altro canto una zucca può diventare una sfida di forza per i bambini di una scuola, mentre una libellula svizzera può riconciliare essere umano e natura. Pieters muove la sua cinepresa in base all’intuito che guida la fascinazione per persone, oggetti, manifestazioni che colgono la sua attenzione, senza andare a cercarli, come ha raccontato al workshop che ha completato la due giorni a lui dedicata. È un cinema che si nutre di intuizione e sorpresa: il Super8 conferisce un’intima vicinanza ai soggetti che partono sempre dalla quotidianità di Jaap, da ciò che lo circonda, e rendono dunque appropriata la presentazione delle sue pellicole all’interno dell’archivio bolognese dei film di famiglia. Complementare all’opera filmica di Pieters è lo spazio in cui vive, non solo inteso come la città, ma anche letteralmente le stanze della sua abitazione: il documentarista e amico Albert Figurt (Alberto Angelini) ha presentato durante il workshop le prime immagini di The Ultimate Random Collection, il suo film sulla casa-mausoleo di Jaap, vera e propria installazione permanente e “in fieri” debordante di oggetti, significativa perché porta ad un livello di estrema consapevolezza la tendenza all’accumulazione che, nelle parole di Albert, è una condizione esemplare dell’uomo contemporaneo.