Doppio flop
Ballarò è notoriamente riconosciuto come uno dei migliori talk show dedicati alla politica di tutta la televisione italiana. Tra i migliori in quanto, negli anni, ha saputo tener fede ad una formula pressoché invariata toccando, di settimana in settimana, tutte le questioni calde della realtà politico-sociale del nostro paese.
Altro punto di forza è sempre stato la sua sostanziale imparzialità nell’ospitare esponenti delle varie fazioni politiche – senza divenire, a differenza di altri casi, baluardi di questa o quella ideologia – ma anche personaggi dell’economia, imprenditori, sociologi, accademici ed esperti internazionali per spiegare, rafforzare e/o criticare le scelte della classe politica italiana.
Insomma, siamo lontani dall’ormai storico Porta a Porta – la cosiddetta “terza Camera” che propone temi di vario tipo – o dalle “arene” come Piazza Pulita o Servizio Pubblico – le cui discussioni spesso degenerano in orripilanti “scazzottate verbali” tra avversari politici, coinvolgendo anche spettatori occasionalmente chiamati a dire la loro. Ballarò, nato nel 2002, ha sempre visto nelle vesti di conduttore Giovanni Floris – anche ideatore del programma – coadiuvato, almeno negli ultimi anni, dal comico Maurizio Crozza – sempre straordinariamente esilaranti le sue copertine introduttive – e dagli immancabili sondaggi di Nando Pagnoncelli. Ogni settimana numerosi dibattiti, rubriche e inchieste cercavano di chiarire agli spettatori tutto ciò che la politica decideva di fare (o non fare) per l’Italia. Quest’anno, tuttavia, qualcosa è cambiato: la conduzione del programma è passata a Massimo Giannini, giornalista di Repubblica già ospite fisso nella versione di Floris. Il cambio si è reso necessario poiché il precedente conduttore ha lasciato RAI 3 per LA7 per condurre il nuovo talk show Di Martedì. Tale cambiamento ha, inevitabilmente, portato pesanti conseguenze su Ballarò: la conduzione Giannini si è già rivelata inadatta sia perché non dotata di quel modo pacato di condurre tipico del predecessore, sia perché egli stesso è già stato protagonista di accese discussioni come ospite nel programma. Un volto nuovo avrebbe sicuramente sortito tutt’altro effetto! Ma c’è un altro aspetto da considerare: Ballarò è ancora Ballarò? Nome a parte, è evidentissimo come la transizione di Floris da un network all’altro sia stata anche implicitamente una transizione del programma stesso: paradossalmente Di Martedì appare più simile al vecchio Ballarò di quello condotto da Giannini – il vecchio conduttore, infatti, si è trascinato dietro sia Crozza che Pagnoncelli. Inoltre, è incomprensibile lo sdoppiamento che si è venuto a creare: due programmi praticamente identici in diretta concorrenza – entrambi il martedì sera – che trattano gli stessi argomenti. E, infatti, gli spettatori non l’hanno apprezzato tant’è che entrambi, in un momento in cui (finalmente) anche i talk show sulla politica sono in crisi, risultano tutt’ora degli autentici flop!
Ballarò [Italia 2002 – In corso] IDEATORI Giovanni Floris e Paolo Ruffini.
PRESENTATORE Massimo Giannini. RETE Rai 3.
Talk Show, durata 135 minuti (puntata).