Illusione e sconfitta
Ambientato nella Brooklyn delle case popolari e dei casermoni alveari, The Inevitable Defeat of Mister and Pete è il racconto di un’arresa, di un’illusione obbligata dagli eventi e frustrata dalla realtà, oltre che essere un inno all’infanzia messa precocemente alla prove della vita.
L’illusione più importante è quella di riuscire a farcela da soli a sopravvivere ad una realtà durissima e a fuggire inseguendo un miraggio. Mister avrà 12/13 anni e vive con la madre disoccupata, indigente e eroinomane. Il giorno dell’arresto della donna, Mister è costretto a prendersi cura dell’ancor più giovane Pete (bambino spesso “parcheggiato” nell’appartamento, anche lui con una situazione familiare non rosea). I due, nella vana attesa del ritorno della madre, vivono un’intera estate da soli, in fuga dalle minacce vere e presunte, dalle violenze e dagli egoismi del quartiere, sopravvivendo con espedienti e con l’arte di improvvisare e arrangiarsi. Il rapporto tra i due si rafforza giorno dopo giorno, con Mister che, più che diventare un fratello morale di Pete, ne diventa una sorta di padre improvvisato. Con echi lontani degli archetipi Huckleberry Finn e Tom Sawyer, di cui i due giovanissimi protagonisti possono essere considerati degli eredi suburbani e “indie” e con l’avventura costituita non da una fuga ma da una quotidianità che costringe a stare sempre all’erta, il regista Jorge Tillman Jr. cerca di dare uno sguardo almeno in parte inedito ad una trama e ad un contesto a forte rischio di già visto e sentito, riuscendoci solo in parte. Se interessante era l’idea di raccontare un contesto sociale di povertà, materiale e sociale, e il sottobosco della società multietnica non del tutto integrata, totalmente ad “altezza bambino”, il rovescio della medaglia è che questa operazione non è stata condotta fino in fondo, e non si è sfuggiti alla trappola dello stereotipo (a differenza per esempio di un film recente sotto certi aspetti simile: Re della Terra Selvaggia). Non a caso i momenti e gli aspetti migliori del film sono quelli più “intimistici”, quelli in cui sono in primo piano le illusioni e le paure dei due giovani, così come quelli in cui appare una realtà filtrata ed equivocata dal modo di vedere le cose tipico di quell’età. A non far decollare davvero il film, o a riportarlo a terra appena pare prendere quota, sono molti dei personaggi e delle situazioni di contorno, o troppo buttate lì, o troppo stereotipate (con i due elementi ovviamente consequenziali). “L’inevitabile sconfitta”, anche grazie al buon dosaggio tra il dominante tono drammatico e i lievi inserti umoristici, ha il pregio di essere un film “tenero” con una certa efficacia emotiva, e i difetti di non aggiungere nulla a discorsi già fatti e di dare l’impressione che sarebbe potuto essere molto di più e meglio.
The Inevitable Defeat of Mister and Pete [Id., USA 2013] REGIA Jorge Tillman Jr.
CAST Skylan Brooks, Ethan Dizon, Jennifer Hudson, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jordin Sparks.
SCENEGGIATURA Michael Starrbury. FOTOGRAFIA Reed Morano. MUSICHE Mark Isham.
Drammatico, durata 108 minuti.