SPECIALE CHRISTOPHER NOLAN
Vita al contrario
Un giovane Nolan decide di entrare a gamba tesa nell’olimpo dei registi con questo suo secondo lungometraggio. Così come nel precedente Following, abbandona tutto ciò che sappiamo sulla fabula e l’intreccio, sulla storia orizzontale e verticale, stravolgendo completamente il racconto canonico.
Ma a differenza di Following e del suo caos controllato, qui Nolan si dà una direzione, partire dalla fine e finire all’inizio. Per farlo non si affida solamente a un maestoso uso del montaggio, decide di consolidare la sua narrazione, fatta di piccoli pezzi che si ripetono, facendola coincidere con la vita del protagonista di Memento. Già perché Leonard Shelby vive la sua vita così, a piccoli pezzi, attraverso piccoli frammenti di pochi minuti che poi immediatamente dimentica. Vaga con una Polaroid in mano, fotografando chiunque incontri e qualsiasi posto visiti, aggiungendo delle didascalie per nomi, targhe e cose da ricordare. Usa il suo corpo come un enorme post-it in cui tatuarsi indizi per la ricerca estenuante dell’assassino della moglie che è anche causa del suo problema alla memoria a breve termine: foto e tatuaggi sono tutto ciò che possiede per poter ricostruire il triste puzzle della sua vita.
Leonard nasce ogni giorno, tutte le mattine si sveglia e si scopre, legge il suo corpo, usa le sue foto con didascalia per capire e conoscere chi lo circonda. Lo stesso lo spettatore, che pur mantenendo la propria memoria e quindi conoscendo molte più cose del protagonista, si trova ugualmente a svolgere per tutto il film uno sconclusionato rompicapo. Eppure, come la memoria fa brutti scherzi, anche sapere che in breve tutto sarà dimenticato può fornire dei vantaggi. È semplice modificare i ricordi, soprattutto se di basano su foto e su ciò che decidiamo di scriverci sotto, si possono incanalare i propri obiettivi verso una direzione e scatenare la rabbia verso un unico bersaglio, basta creare memorie sbagliate. Un appunto sotto una foto e Leonard ha un nuovo nemico, non importa se reale o creato da ricordi falsati. Questo innescherà molti dubbi su ciò che veniamo a sapere, la storia che piano piano andiamo a creare parte da una base reale o da un finto ricordo creato ad hoc dal povero Leonard che ha bisogno di un obiettivo nella vita? Difficile rispondere alla domanda, anche se la pellicola è conclusa, anche se abbiamo tutti i pezzi del puzzle. Perché la vita si mischia con il sogno, con i ricordi che spesso falsiamo alla ricerca di una versione più edulcorata della vita. Certo è che il protagonista, l’uomo di Nolan, spesso decide di evadere dalla realtà per dimenticare un passato traumatico fatto di morte e privazione, Leonard Shelby non può essere esulato dal paragone con Dom Cobb, il protagonista di Inception, che vuole vivere nel sogno per cercare di porre rimedio a una terribile realtà.
Memento [id., USA 2000] REGIA Christopher Nolan.
CAST Guy Pearce, Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Mark Boone Junior, Russ Fega, Jorja Fox.
SCENEGGIATURA Christopher Nolan, Jonathan Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE David Julyan.
Thriller/Drammatico, durata 113 minuti.