SPECIALE CHRISTOPHER NOLAN
Cosa ci resta dell’uomo pipistrello
C’è un concetto che forse più di altri può spiegare la fortuna di un film come Il cavaliere oscuro rispetto agli altri due capitoli della trilogia nolaniana su Batman: la sua coerenza narrativa. Che il film sia stato intessuto con un’accortezza tale da contenere il potenziale centrifugo di un cinema di smisurata potenza (a partire dalla durata, due ore e mezza ad alto tasso emotivo e ad alti ritmi) è un dato che emerge soprattutto dal confronto con Batman Begins e Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Visivamente ineccepibile e stilisticamente coerente, la trilogia di Christopher Nolan dimostra come la notorietà di un marchio, e non parliamo solo del famigerato supereroe ma anche del brand Nolan, in quanto regista e autore, non rappresenti mai una condizione sufficiente, e che il segreto stia in definitiva sempre nella scrittura. La forza de Il cavaliere oscuro consiste primariamente nell’esposizione chiara del suo tema, organica al procedere della trama: la domanda su cosa rappresenti la vera giustizia (interrogativo che segna l’intera parabola di Batman/Bruce Wayne) e il contrasto valoriale tra ordine e caos, unito a quello tra ragione e irrazionalità. Il film prende corpo come un tutt’uno in cui l’argomento morale si articola a partire dai protagonisti, con i loro archi di trasformazione e i conflitti che li vedono opposti gli uni agli altri. In Batman Begins il modo in cui veniva sviluppato il tema tendeva a risolversi in maniera un po’ semplicistica; ne Il cavaliere oscuro – Il ritorno invece seguirne l’articolazione diventava spesso arduo poiché l’unità narrativa appariva precaria, compromessa da una frammentazione in sottotrame che non avevano tanto la funzione di definire i personaggi ma piuttosto servivano a concatenare meglio gli eventi tra loro. Nolan con Il cavaliere oscuro realizza un film che è in primis non solo coinvolgente sul piano emozionale, ben calibrato nella commistione dei registri (pennellate horror, ritmi action ed elementi comici innestati su un impianto da detection), ma soprattutto solido e armonico, al di là di alcuni passaggi dove la consequenzialità degli eventi viene meno. Compattezza dovuta in definitiva alla perfetta corrispondenza dei personaggi alle diverse espressioni del tema: Batman (ordine) e Joker (disordine), come sottolinea l’antagonista più volte, sono due facce della stessa medaglia nonché i poli opposti tra i quali si risolve la parabola discendente del personaggio di Harvey Dent, detto “Due facce” appunto. Rachel e il commissario Gordon fungono invece da figure intermedie, testimoni in piccolo di una guerra più grande di loro e in cui ciononostante, con esiti diversi, sono chiamati a prender parte. La presenza di due uomini comuni e il finale dove è l’intera comunità a contrapporsi alla cieca follia di Joker, eleva infine una lotta tra supereroi a una storia di superuomini dalla portata universale.
Il cavaliere oscuro [The Dark Knight, USA 2008] REGIA Christopher Nolan.
CAST Christian Bale, Heath Ledger, Aaron Eckhart, Gary Oldman, Maggie Gyllenhaal, Morgan Freeman.
SCENEGGIATURA Jonathan Nolan, Christopher Nolan. FOTOGRAFIA Wally Pfister. MUSICHE Hans Zimmer, James Newton Howard.
Drammatico/Azione/Thriller, durata 152 minuti.