“Esistono molte vie per la redenzione, non tutte sono pacifiche” (Solomon Kane)
“La redenzione non ha né surrogati né mezze vie”, scrive Primo Mazzolari in un celebre passo del suo Impegno con Cristo. Tale sembra essere il filo conduttore da cui si dipana l’intero impianto narrativo di Officer Down, thriller a sfondo metropolitano del giovane cineasta statunitense Brian A. Miller.
Girato a Bridgeport nel Connecticut con un budget di soli 12 milioni di dollari e presentato in anteprima all’International Film Festival di Dubai, Officer Down narra la storia di David Callahan, poliziotto con un passato di corruzione e droga ed ora alle prese con un intricato caso di aggressioni sessuali ai danni di giovani spogliarelliste di un night club locale. Interamente incentrato sul tema del poliziotto redento, la pellicola si sviluppa tra un presente delineato dai colori saturi dei neon metropolitani ed un passato violentemente riportato a galla per mezzo di flashback in cui predomina un bianco e nero sbiadito. Tale concatenazione strutturale consente a Miller di giocare liberamente con i ritmi ed i registri narrativi, in bilico tra l’action thriller ed il dramma psicanalitico. Punto di partenza dell’intera indagine è il diario segreto di una spogliarellista brutalmente stuprata ed in seguito morta suicida. Tali confessioni su carta bianca diventano allora metafora di un forte senso di colpa insito nell’animo di Callahan, dolorosamente memore di un mondo abietto da lui frequentato in passato e di cui lo stesso ha abusato. Ecco allora che il dolore straniante che tali pagine trasudano diventa il fulcro e l’incentivo verso l’arduo ed impervio cammino per la redenzione. A tale componente introspettiva, tuttavia, fa da coda una trama investigativa a volte goffamente strutturata ed in cui l’espiazione personale viene spesso soppiantata dai cliché tipici del dramma poliziesco. Allo stesso modo, la psicologia dei personaggi principali, compreso il complicato rapporto di Callahan con la giovane moglie e la figlia teenager, viene parzialmente offuscata nel momento in cui si assiste alla sanguinaria sparatoria finale ed i singoli componenti del puzzle poliziesco vengono incastonati in modo fin troppo esplicativo per mezzo di didascalie nei titoli di coda. La semplice sequenza del ricongiungimento tra Callahan e la famiglia tra le luci del mattino sarebbe bastata alla stesso scopo del film. S’impara dal passato e si agisce nel presente. Tanto varrebbe fare parlare il silenzio in previsione di un futuro quanto mai incerto e che mette sempre a dura prova.
Officer Down [Id., USA 2013] REGIA Brian A. Miller.
CAST Stephen Dorff, Dominic Purcell, David Boreanaz, Walton Goggins, Stephen Lang, James Woods.
SCENEGGIATURA John Chase. FOTOGRAFIA Ryan Samul. MUSICHE Jerome Miller.
Drammatico durata 97 minuti.